Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«In pista solo i vandali»

Fonte: L'Unione Sarda
29 giugno 2011

VIA ROCKEFELLER. I pattinatori: diamo 800 euro al mese al Comune

 

Ferita da uno skater: atleta all'ospedale
Vedi la foto Giulia Secci ha 21 anni ed è un astro nascente del pattinaggio specialità “solo dance”. Tesserata per la Polisportiva San Luca di Quartu, si è laureata vicecampionessa europea nel 2008 e a fine luglio dovrebbe partecipare ai Campionati italiani di Roccaraso (L'Aquila) con l'obiettivo di conquistare il tricolore. Il condizionale è d'obbligo perché alcuni giorni fa, mentre si riscaldava sul malandato pistino di via Rockefeller, tra rifiuti e cocci di vetro, uno “skater abusivo” le è andato addosso con la sua tavola, ferendola a una caviglia. «Mi hanno portato al pronto soccorso», racconta la giovane, «dove per fortuna non sono state riscontrate fratture. Il colpo però è stato forte, per cui mi hanno assegnato 15 giorni di riposo assoluto». Col risultato che la tabella dei suoi allenamenti ha subito uno stravolgimento. «Non è tutto», sottolinea la pattinatrice, «il 7 luglio avrei dovuto partecipare a uno stage col tecnico della nazionale e se anche riuscirò ad esserci, rischio di veder compromessa l'intera stagione».
I PROBLEMI Questa la storia di Giulia Secci, ma come la sua ce ne sono altre. Il problema di fondo è che in via Rockefeller la convivenza tra pattinatori e skater è diventata impossibile e a complicare le cose ci sono i vandali che di notte danneggiano gli impianti e abbandonano sulle piste bottiglie di birra in frantumi, cartacce e cicche, se non addirittura travi di legno, pneumatici e perfino vecchie brande. «La situazione è insostenibile», si sfoga Giovanni Schirra, responsabile della storica Asd Accademia rotellistica sarda, fondata nel 1982, «ogni giorno dobbiamo armarci di scope per bonificare il tracciato dai rifiuti perdendo la prima ora di allenamento». I genitori degli allievi aiutano regolarmente a pulire. «Paghiamo 800 euro al mese al Comune per svolgere attività in via Rockefeller e nel “pallone” di Italia 90», riferisce l'allenatore, «ma in cambio non riceviamo alcun servizio». Manca la vigilanza ed è tutto sporco. «Di recente hanno sabotato anche l'impianto elettrico e le ragazze sono ora costrette a pattinare senza musica. Siamo stufi di allenarci in mezzo a balordi che fumano le canne davanti ai bambini e a skater che invadono il nostro spazio con evidenti problemi di sicurezza».
PIÙ CONTROLLI «La situazione è in costante peggioramento», si lamenta anche Massimo Mascia, del direttivo del gruppo sportivo Life, «chiamare la polizia ogni giorno non porta a niente. Urge una recinzione che separi le due piste e una vigilanza più puntuale sull'impianto. Andare avanti così non è possibile».
Paolo Loche