Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Acqua, cosa resta dopo il referendum

Fonte: L'Unione Sarda
29 giugno 2011

 

 

I pro e i contro dell'abrogazione Acqua, cosa resta dopo il referendum

 

Ivan Demuro * La concentrazione della campagna referendaria sulla privatizzazione dell'acqua ha determinato un'insufficiente attenzione sulle conseguenze dell'abrogazione della disposizione normativa. Il referendum ha, infatti, determinato anche l'interruzione del processo di privatizzazione, faticosamente avviato cercando un adeguamento al sistema europeo, relativo alla gestione dei servizi pubblici locali a rilevanza economica (gestione dei rifiuti, dell'illuminazione, trasporti pubblici locali).
Mancando l'abrogata norma positiva, la materia ora deve ispirarsi ai principi generali derivanti dal Trattato Ue e dalla giurisprudenza che a questi fa riferimento. È prevedibile però un tentativo di un “ritorno al passato”: un utilizzo non ponderato delle società pubbliche e degli affidamenti cosiddetti in house. Occorre fare una distinzione tra gli affidamenti già in essere e i nuovi affidamenti. In merito ai primi, essendo venuto meno l'obbligo di dismissione delle partecipazioni sociali possedute dagli enti pubblici, gli affidamenti in essere continueranno a sussistere in capo agli attuali affidatari fino a naturale scadenza.
Il risultato referendario ha fatto venir meno i rigidi e vincolanti criteri attraverso i quali la scelta del modello gestorio doveva essere effettuata, lasciando all'ente affidante la libertà di scelta. I nuovi affidamenti quindi potranno essere effettuati secondo le diverse opzioni gestionali che consentono all'ente pubblico locale una scelta tra l'autoproduzione, anche mediante società pubbliche, e il coinvolgimento del privato attraverso una esternalizzazione totale o mediante una società a capitale pubblico-privato. Il privato in entrambi i casi dovrà essere sempre selezionato mediante procedure competitive ad evidenza pubblica e allo stesso non è riservata alcuna quota minima di partecipazione a capitale sociale. È ragionevole ritenere che a breve ci sarà un nuovo intervento normativo volto a recepire in modo meno rigido, rispetto alla disciplina abrogata, gli orientamenti della giurisprudenza nazionale ed europea basati su principi concorrenziali e su esigenze di contenimento della spesa pubblica, che non vengono meno per via del risultato referendario.
* Docente universitario di Diritto commerciale