Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La Cagliari sotterranea svela ad alcuni speleologi un gigantesco ossario

Fonte: La Nuova Sardegna
27 giugno 2011





I dubbi degli studiosi Resti umani sono molto probabili in quella zona ma attenti a non parlare di catacombe cristiane

CAGLIARI. Un gruppo di speleologi in cerca di immagini per la trasmissione Mistero del gruppo Mediaset qualche giorno fa nelle viscere di Cagliari ha trovato cumuli di scheletri alti alcuni metri. Mentre il referente del «team», Marcello Polastri, parla subito di «straordinaria scoperta» e ipotizza che «potrebbe essere la più importante dal 1800 a oggi», due studiose invitano a compiere un passo: avvertire subito, senza lasciarsi andare ad altre affermazioni, la soprintendenza.
Scrive tra l’altro Polastri in un lungo comunicato: «E’ bene non rendere nota l’esatta ubicazione per il timore di manomissioni». La preoccupazione di ogni archeologo (la manomissione di un sito) si è impadronita dello speleologo che il giorno della «scoperta» era in compagnia di quasi dieci colleghi, un conduttore televisivo, un altro gruppo di esploratori venuti da Vercelli «a conclusione di un ciclo di esplorazioni sotterranee seguite da tv regionali e internazionali». Il punto, utile a una migliore comprensione del ritrovamento, è che Polastri, quando spiega del grande impatto anche emotivo provocato dal ritrovamento, segnala che questo è avvenuto oltrepassando un’intercapedine, «tra un muro del vecchio ospedale di guerra e la parete rocciosa della grotta che lo ha ospitato a partire dal 1940».
E’ qui che gli studiosi cagliaritani degli insediamenti rupestri capiscono quasi perfettamente dov’è che Polastri e i suoi colleghi si sono infilati: l’ospedale ricavato nella grotta è vicino all’ex clinica Aresu, nel fosso di San Guglielmo, sito notissimo, di grande interesse, conosciuto proprio per gli ossari, gli eremi, le chiese scavate nella pietra, le grandi cavità in parte naturali e in parte artificiali. Una zona anche di corridoi che (con importanti motivazioni storiche) partivano dal Ghetto degli Ebrei in Castello e raggiungevano la città di sotto degli insediamenti popolari.
L’ex assessore regionale ai Beni culturali, Maria Antonietta Mongiu, archeologa con pubblicazioni sugli habitat rupestri di Cagliari e Maria Paola Morittu referente regionale per la pianificazione paesaggistica di Italia Nostra, sul tema aperto dal gruppo di speleologi, dicono: nulla di strano che in quel complesso noto ci siano ambienti non ancora esplorati. «E’ un’indicazione che merita attenzione - commenta Mongiu -, naturalmente occorrono verifiche e approfondimenti. E’ certo possibile che oltre la grande cavità che ospitò un eremo e una vasta necropoli, ci siano spazi ulteriori».
Cos’ha trovato di preciso il gruppo di speleologi? «Un complesso sotterraneo pieno zeppo di ossa umane, una sorta di catacomba cristiana... Questo posticino da brivido, che per certi aspetti assomiglia a una cattedrale arcaica - è scritto nella nota stampa - riposa da millenni a trenta metri di profondità sotto le trafficate strade del Castello di Cagliari. Sono centinaia gli scheletri umani avvistati dagli speleologi, incalcolabili i cumuli di ossa umane alti diversi metri che giacciono sottoterra tra cocci antichi, croci e resti di bare». Più avanti nel comunicato si insiste sulla definizione di catacomba: «... Sul finire del 1980 in questa zona venne scoperto un ossario, ma questo riportato alla luce l’altra sera non è un semplice deposito di ossa, bensì una sorta di catacomba labirintica e per un tratto allagata...». In attesa che la soprintendenza ai beni archeologici vada, veda e analizzi, Morittu di Italia Nostra commenta: «Magari il ritrovamento può essere collegabile all’ospedale, l’ipotesi della catacomba cristiana cronologicamente non regge coi resti di croci e di bare. Forse i cumuli di ossa possono essere associati alle epidemie: a Siena c’è un impressionante ossario, i corpi venivano buttati da un cunicolo». In un altro passaggio del comunicato a firma di Polastri la grotta diventa invece «una sorta di eremo rupestre». Ma chissà che il team interregionale e televisivo non possa alla fine pronunciarsi in modo esaustivo, è annunciato infatti che «nei prossimi giorni gli speleologi concluderanno i rilievi nella caverna».