Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Daremo case ai giovani»

Fonte: L'Unione Sarda
27 giugno 2011

L'assessore all'Urbanistica parla di Pul e dell'emergenza pratiche edilizie

Paolo Frau: ripopolare il capoluogo è una priorità

Ciò che lo ha colpito di più nella sua prima vera giornata da assessore, venerdì - quando insieme al sindaco ha visitato gli uffici di via Sauro -, è stato il numero (scarso, a suo dire) di impiegati e dirigenti. «Negli ultimi anni sono andati via in tanti e non sono stati sostituiti. Con pochi funzionari non si possono risolvere le emergenze». Come quella delle pratiche edilizie - migliaia - ferme al palo. Paolo Frau, 59 anni, nuovo assessore all'Urbanistica, vorrebbe iniziare proprio da qui. «È vero che il piano delle assunzioni al momento non consente grandi margini di manovra, ma credo che su questo punto ci sarà un'attenzione particolare della Giunta e del sindaco». Per anni è stato l'uomo della Einaudi in Sardegna, ma ora parla del suo incarico come di «un ritorno a casa: queste stanze le ho frequentate da consigliere comunale e da vicepresidente della commissione urbanistica».
Come si risolve il problema delle pratiche in arretrato?
«L'intasamento nel settore dei condoni e del Piano casa è preoccupante. Va portata la tecnologia negli uffici, per modernizzare gli archivi e dare ai cittadini risposte in tempi brevi».
Il ritardo riguarda anche il varo di alcuni regolamenti urbanistici.
«Il Pul è una priorità, e ne discuteremo anche con il Comune di Quartu. Per la prossima stagione deve essere tutto in regola. Ma vorrei iniziare subito a lavorare per dare una casa ai giovani cagliaritani che sono andati ad abitare lontano dalla città».
In che modo?
«Facendo capire alle imprese che è possibile far soldi anche con un'edilizia più accessibile. Dobbiamo puntare sul recupero urbano: solo così si inverte la tendenza. Perdiamo duemila cittadini all'anno, quasi tutti giovani. Cioè quello che dovrebbe essere il settore trainante. Senza trascurare un particolare importante: se cresce la popolazione cresce anche la raccolta delle imposte».
Centro storico: il centrosinistra nella scorsa consiliatura ha contestato la scelta di costruire nei vuoti urbani.
«Per quanto riguarda il Piano particolareggiato bisogna sbloccare una situazione ferma. Dall'altra parte, però, potrebbe esserci l'esigenza di rivedere alcune parti».
Per il centrodestra, il modello da seguire è stato Barcellona. Qual è il suo?
«Non vorrei sembrare antipatico, ma a me la fuffa non piace. Cagliari è bellissima e dobbiamo, semmai, imparare da tutti gli esempi migliori, non solo da uno. Cercare modelli è un po' superficiale».
Dicono: un libraio non può fare l'assessore all'Urbanistica.
«Nei sette anni da vicepresidente della commissione urbanistica ho lavorato e imparato molto. È un settore delicato, dove si incrociano interessi molto corposi, che devono essere affrontati con competenze tecniche e politiche. Vorrei dire una cosa: noi spesso veniamo dipinti come nemici delle imprese, ma non lo siamo. Vogliamo dialogare con questi soggetti, in modo che guadagnino sia le aziende sia la città».
Quale sarà la sua impronta nel governo dell'assessorato?
«I miei canoni sono il rispetto della bellezza e dell'ambiente. La mia intenzione è di essere umile e aperto. E ascoltare. Il municipio sarà un palazzo di vetro».
Da consigliere comunale, nel 2005, contestò l'asse di collegamento tra via Cadello e via San Paolo, che adesso è ancora monco.
«Al centro di tutto c'era la salvaguardia di Tuvixeddu, un bene irripetibile. Il fatto che la strada dovesse passare lì non mi convinceva e non mi convince. Bisogna aver rispetto per certe cose. Il colle non può essere aggredito con opere che ne snaturano il significato e la sacralità».
Cosa rimprovera alla vecchia amministrazione?
«Per un piatto di lenticchie hanno permesso di costruire in aree che avevano una destinazione d'uso acquisita nel tempo: erano verde pubblico, parcheggi e servizi. Purtroppo ora c'è poco da fare, i buoi sono già scappati».
Michele Ruffi