Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Daniele Coppi, storie di fumo

Fonte: L'Unione Sarda
21 giugno 2011

Mostre

Vedi la foto Matita e china, a mano libera. Poi l'elaborazione al computer e gli interventi al Photoshop. Sono allineati sulle pareti del Ghetto degli Ebrei di Cagliari, i ritratti di Daniele Coppi, illustratore che prossimamente infilerà tutte queste facce da romanzo nella sua nuova graphic novel. Vale a dire, storie di fumo in cui ci imbatteremo nelle fisionomie di Francesco Abate o di Vito Biolchini o del sindaco Massimo Zedda come in quelle di ballerini e drag queen.
Daniele Coppi non fa caricature né parodie. Anzi svecchia i suoi soggetti (gliene saranno grati) e li riprende in posizioni frontali e senza vestiti, con l'espressione neutra di chi sa di essere destinato a un ruolo che ancora non conosce. Solo Tiziana Troya e Michela Sale Musio sono riprese di profilo, al fine di evidenziarne i vasti tatuaggi. Sono le stampe su tela e i fondi di colori armonici a dare a questa galleria una valenza pittorica.

Presentata e fermamente organizzata da Lucido Sottile, la mostra non è una semplice esposizione. Inaugurata con la musica di Sikitikis, viene corroborata - il giovedì, il venerdì e il sabato fino al 30 giugno - da un aperitivo sulla terrazza del Ghetto al suono dei dj set di diversi gruppi cittadini. Entrata libera. Il che significa affluenza garantita e scampoli di quella movida che la notte accende e stravolge il quartiere Castello.
Arriveranno dunque i visitatori e osserveranno visi e volti, la serie dei bambini allievi dei laboratori e Diablo e Jim e le tavole originali di “Non ti avevo neppure notato”, libro sull'omofobia nelle scuole che ha ottenuto un notevole successo. Edito da Playground coi testi di Sandro Campani, è un fumetto che racconta con delicatezza e sincerità la vicenda di Marco e Fabio, liceali romani alla scoperta dei loro sentimenti.
Daniele Coppi è molto giovane, è nato nel 1981. Ha studiato alla Scuola Internazionale di Comics a Roma, ha vinto nel 2000 il premio “Nuvole parlanti” e nel 2004 il concorso “Otto tavole per Mondo Naif”. Fotografo e costumista (è lui che abbiglia sul palcoscenico le Lucido Sottile), ha pubblicato con Giunti “Fuori il rospo Briz!”. Ma vive a Cagliari e non se ne vuole andare. Qui inventa personaggi che non sono lontani dalla realtà, come i “Coccolotti”, ovvero ben piazzati giovanotti che esercitano il mestiere di dog sitter ma non si sottraggono ad altro tipo di prestazioni.
C'è anche un lato classico, in questo autore dallo sguardo riflessivo. Che dice di mediare tra la scuola italiana e i manga giapponesi e intitola una sua opera “Le tre stagioni”. Esclude l'autunno: non gli piace. Gli piace invece collaborare a messe in scene teatrali e ha contribuito ad allestire, in un locale del Ghetto, un assaggio del prossimo spettacolo di Lucido Sottile. Santini, veli neri e ceri votivi per un'azione, intitolata “Holy Peep Show”, che avrà luogo prossimamente all'Orto Botanico.
Alessandra Menesini