Ancora polemiche dopo lo sfoltimento durante la fioritura
«Una scelta folle». «No, indispensabile»
Non si placano in città le polemiche legate alla potatura selvaggia dei ficus e delle jacarande in fiore. La decisione del Servizio Verde Pubblico del Comune di sfoltire gli alberi in un periodo considerato da tanti inopportuno e dannoso per il loro ciclo vitale sta continuando a destare parecchie perplessità in tutti i quartieri e le lamentele da parte dei cittadini fioccano. «La potatura doveva essere eseguita a gennaio-febbraio, non a maggio», sostiene Alessandro Ghisu, ex lavoratore dei cantieri della Forestale con una lunga esperienza sul campo. «La scelta del Comune è stata a mio avviso folle, perché il taglio è stato effettuato proprio nel periodo in cui queste due specie di piante fanno i fiori e mettono su le nuove foglie, ossia durante la loro fase di massimo splendore».
I ficus e le jacarande sono stati potati in diverse zone ma i casi che hanno suscitato più scalpore sono stati quelli di viale Trieste e largo Carlo Felice dove l'intervento è stato piuttosto radicale. Il dirigente del Servizio, Claudio Papoff, ha ripetutamente chiarito le ragioni della scelta, sottolineando che «il periodo non è stato assolutamente sbagliato» e che lo sfoltimento è stato al contrario «leggero e tale da non impedire la fioritura». Il dirigente ha definito l'intervento «indispensabile» e «non rinviabile», soprattutto nel Largo e in viale Trieste. «Il taglio andava fatto», ha detto, «perché c'era un problema di sicurezza stradale dovuto alla presenza sull'asfalto dei fiori e delle bacche». Senza dimenticare gli aspetti igienico-sanitari: «Le chiome troppo folte favoriscono la proliferazione di uccelli e impediscono alla luce solare di filtrare». (p.l.)