Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Anfiteatro e abusi: processo il primo luglio

Fonte: La Nuova Sardegna
16 giugno 2011

Davanti al giudice Nespoli i fratelli Massimo e Michele Palmas, l’ex dirigente comunale Bruno Soriga e la funzionaria Luisa Lallai



L’arena romana concessa senza gara, le accuse vanno dal concorso in peculato alla truffa



Ma il pm Daniele Caria indaga sulla gestione degli ultimi tre anni

MAURO LISSIA

CAGLIARI. Bloccata dalla Sovrintendenza la stagione dei concerti all’anfiteatro, per i titolari di Sardinia Jazz-Sardegna Concerti arriva il giorno del processo.
Il primo luglio i fratelli Massimo e Michele Palmas dovranno presentarsi davanti al gup Alessandro Castello per rispondere di reati che vanno dal concorso in truffa al peculato. Con loro l’ex dirigente della divisione cultura e spettacolo comunale Bruno Soriga, la funzionaria Luisa Lallai e Maria Gabriella Manca, presidente di Sardegna Concerti. A chiedere il rinvio a giudizio è stato il pubblico ministero Daniele Caria a conclusione di un’indagine partita da una serie di esposti riferiti a un fatto: l’anfiteatro romano è stato assegnato in concessione ai Palmas senza una gara pubblica - qui si sarebbe verificato un abuso d’ufficio - con una sequenza di convenzioni stipulate nel 2005, 2006 e 2007 dalla Fondazione teatro lirico alla cooperativa Sardinia Jazz, che poi l’ha girato in gestione gratuita ed esclusiva a Sardegna Concerti. Stando alla ricostruzione della Procura la famiglia Palmas, grazie a un rapporto privilegiato con gli uffici comunali e con la connivenza di Soriga, non avrebbe pagato canoni, spese di gestione, utenze elettriche e idriche. Non solo: chiunque volesse chiedere in uso lo spazio doveva rivolgersi a Sardegna Concerti anzichè al Comune.
Il processo che si apre a luglio con l’udienza preliminare riguarda gli anni che vanno fino al 2008. I successivi sono al centro di un’altra inchiesta nata dall’esposto firmato dall’organizzatore di spettacoli Andrea Caldart. Si tratta di un procedimento fotocopia, dove a cambiare sono soltanto i nomi di alcuni protagonisti. Perchè malgrado la Procura indagasse, l’amministrazione comunale ha proseguito imperterrita il rapporto con i Palmas, diventati nel frattempo Sardinia Enterteinment. Rapporto che sarebbe andato avanti anche quest’anno se non fosse arrivato il veto del ministero dei Beni Culturali e la chiusura del monumento agli spettacoli musicali, giudicato a rischio per i danni provocati dall’impalcatura della tribuna in legno realizzata nel 2000 coi sei miliardi di lire del Giubileo durante l’amministrazione Delogu.
La mancata gara d’appalto è però solo un aspetto del procedimento penale: la Procura contesta ad alcuni degli indagati anche una serie di episodi di peculato. Fra questi l’uso illegale di fondi Por per 700 mila euro ottenuti dalla Regione per attrezzature tecniche - palco per la musica, impianti, luci, proiettori, gazebo - che il Comune ha poi acquistato senza alcuna procedura ad evidenza pubblica da fornitori indicati dai fratelli Palmas. Attrezzature poi utilizzate - secondo l’accusa - per scopi diversi da quelli stabiliti e anche in numerosi luoghi e occasioni diversi, tra cui il festival internazionale del jazz all’anfiteatro Maria Pia di Alghero, nell’estate 2007, e alla Settimana Santa con Fiorello. Soriga - secondo la Procura - avrebbe consentito a Sardegna Concerti di usare a proprio piacimento e a proprio vantaggio i beni comprati con fondi pubblici e destinati agli spettacoli allestiti per conto del comune di Cagliari. Sempre lui insieme alla Lallai avrebbe avvallato spese e operazioni varie compiute da Sardegna Concerti aggirando delibere e norme. Nell’inchiesta compaiono poi somme di denaro concesse a Sardegna Concerti per contribuire a una manifestazione musicale e destinati ad altro, con dichiarazioni false, rendiconti aggiustati, fatture emesse per spese mai sostenute o sostenute in occasioni diverse. Nell’atto conclusivo dell’inchiesta emerge l’anomalia dei rapporti fra le società che fanno capo alla famiglia Palmas e l’amministrazione comunale. Da una parte i dirigenti, con la funzionaria Lallai, sembrano fare di tutto per agevolare l’attività degli imprenditori privati: gli affidano senza gara l’anfiteatro, non si preoccupano di esigere canoni, bollette per i consumi, neppure sottoscrivono la polizza fidejussioria da 60 mila euro prevista nella convenzione. Dall’altra non controllano l’attendibilità dei rendiconti.