Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Joan Mirò, ecco «I sogni e le parole»

Fonte: La Nuova Sardegna
13 giugno 2011

Cagliari, una mostra nei centri d’arte San Michele, Ghettto ed Exmà




WALTER PORCEDDA

Duecentocinquanta opere in nove serie. Joan Mirò conquista Cagliari colorandola con le sue straordinarie pennellate, i blu, i gialli e i neri sospesi nello spazio candido di un foglio. Forme sospese nell’aria, materializzazione di sogni e poesia. Ed è «I sogni e le parole», il titolo scelto per mostrare questo impressionante e notevole corpus artistico che compone l’esposizione - a cura della storica dell’arte Simona Campus e l’organizzazione di Camù - che si è aperta ieri nel capoluogo regionale allestita contemporaneamente nei tre centri d’arte della città. Al Castello di San Michele, all’Exmà di via san Lucifero e infine al Ghetto, nel rione di Castello.
Fino al 22 settembre, si potranno osservare le opere di questo straordinario artista catalano, esponente di punta del Surrealismo, che abitò e frequentò gli ambienti artistici della Parigi degli anni magici Venti e Trenta. Qui conobbe il principe dell’astrattismo Picasso e qui frequentò il circolo dadaista di Tristan Tzara che lo influenzò nelle sue visioni artistiche successive. Nella capitale transalpina, collaborò con il geniale Max Ernst (realizzando nel 1926 il celebre «Nudo») spiccando definitivamente il volo nel 1928 con una famosa esposizione alla galleria Geogres Bernheim. Ancora a Parigi infine conobbe e amò le opere di Andrè Breton, poeta, critico d’arte e scrittore, uno dei massimi teorici del surrealismo.
Ed è proprio la poesia la chiave per capire questo omaggio cagliaritano fatto di opere grafiche ideate come libri d’artista, nate proprio dall’amore immenso che Mirò aveva per la lirica. Ecco così, ad esempio, il celebre «Parler seul» realizzato tra il 1948 e il 1959. Settanta coloratissime litografie dove le forme disegnate da Mirò si intrecciano sino a confondersi con i versi scritti da Tzara in manicomio nel 1945.
Un capolavoro assoluto come le due serie teatralissime dedicate a «Ubu Roi», ispirato alla fondamentale opera scenica di Alfred Jarry inventore del teatro patafisico e pubblicate nel 1966 da Tèriade a colori e bianco e nero. Qui Mirò ambienta i personaggi del dramma teatrale in una personalissima Catalogna. Tra le altre opere in esposizione, da segnalre infine un confronto diretto (al