Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Ieri sera comizi finali e ultimi giri nei locali per convincere gli indecisi

Fonte: La Nuova Sardegna
30 maggio 2011

 
 
 
 
COMUNALI I due candidati hanno scelto piazze lontane per chiudere con i fan la campagna elettorale 
 

CAGLIARI. Se il senso di una campagna elettorale si definisce dall’ultimo comizio, dall’ultimo corteo, allora questa che si è chiusa ieri a mezzanotte passerà agli annali della politica cittadina per essere stata una campagna di svolta. A prescindere da chi vincerà, ieri tra i candidati e nelle piazze dei comizi si respirava un’aria scomparsa da decenni: quella dell’incertezza.
Un consigliere eletto nelle liste del Pdl, che farà comunque parte della prossima assemblea, e che aspira a diventare assessore, magari alla cultura, fa professione di modestia. «Vinciamo? Non lo so. So che abbiamo recuperato tanto in questi giorni. Chi prevarrà lo farà con meno di un punto percentuale di vantaggio. Di questo sono sicuro». Dall’altra parte un possibile consigliere comunale del Pd si sbilancia, e spera in ore fortunate. «C’è una bella aria, inutile negarlo, ma non sapremo solo lunedì sera, se gli elettori ci avranno premiato». Insomma, sarà un testa a testa, con gli ultimi gesti, simbolici e no, di questa campagna elettorale, che hanno raccontato più di quanto gli stessi protagonisti avrebbero voluto.
La scelta. Zedda ha deciso di convogliare i suoi piccoli cortei, rumorosi e riconoscibili, con tutte quelle magliette rosse e blu, con le cifre finali del 2011 in grande, in piazza San Cosimo. Trecento persone, pochissimi volti noti dei partiti, ma soprattutto giovani, ai quali Zedda ha infuso speranza, dopo averli ringraziato per un impegno non scontato; nessun comizio conclusivo in piazza, ma solo un saluto, per andare poi in giro per la città.
Diversa la tattica adottata da Fantola, che ha radunato in piazza San Michele i suoi fans. Anche qui poche centinaia di persone, compresi i maggiorenti dei suoi partiti e i futuri consiglieri comunali. Il suo è stato un comizio rapido, a tratti molto critico verso il suo avversario, che senza mai essere citato è stato accusato di rappresentare il vecchio.
I sostenitori. Sarà stata l’occasione di giocare in casa, quella piazza è terreno di caccia per almeno due collettori di voti del Pdl, sarà per lo scenario da sagra paesana in miniatura, resta il fatto che Fantola si è lasciato andare e ha tirato quelle unghie nascoste per tutta la campagna elettorale. «Cagliari non deve tornare nelle mani di una sinistra-sinistra, vecchia, conservatrice e senza progetto, che sa solo mettere le mani nelle tasche dei ceti produttivi con nuove tasse». Argomenti tipicamente berlusconiani, come targata Pdl era l’organizzazione della serata, con tanto di body-guards del quartiere che accompagnavano Fantola in giro per la piazza. Intorno qualche coppia di anziani, molte mamme con bambini e bambine, interessate alla vera attrazione: un tal Pasqualino, reduce da “Amici” di Maria de Filippi e la cantante Sara Pischedda, presentata dal candidato sindaco come una delle voci più belle dell’isola.
Diversa la scelta di Zedda, che ha preferito far convergere i suoi in piazza da tre punti della città, per un happening con tante bandiere ma pochi slogan, e un solo cartello, quello ufficiale che ha accompagnato l’intera campagna di Zedda: «Ora tocca a noi». Nessun colpo basso contro l’avversario, ma un ultimo appello ai sostenitori: «andate casa per casa, dagli amici, dai conoscenti, convinceteli a votare al ballottaggio, perché non è vero che un voto vale l’altro: questa città si può cambiare. E lo faremo insieme, riscoprendo il gusto di essere cagliaritani, e non vergognandoci per la poca offerta turistica, i servizi ridotti al minimo, lo strapotere delle solite famiglie, i quartieri dimenticati».
Le piazze. Hanno giocato quasi nel ruolo dell’avversario. Il castellano Fantola sceglie la periferia, quasi a voler dimostrare che lui non sarà un sindaco di pochi. Il castellano Zedda sceglie il centro, per ricordare che non vuole essere un sindaco di una parte contro l’altra. E le due piazze sono state il simbolo a rovescia di questa campagna elettorale. San Michele ha visto un corteo di senatori, deputati, consiglieri regionali, consiglieri e aspiranti assessori come non se ne erano mai visti. Per poche ore quella brutta piazza (per come è stata abbandonata) ha rubato lo struscio ai portici di via Roma o al Largo. Una scelta che solo in apparenza può sembrare bizzarra. Fantola sa bene che se non farà il pieno nelle sezioni di questo quartiere, e di Sant’Elia, per lui la vittoria sarà quasi impossibile. Opposta l’esigenza di Zedda, che deve mantenere un risultato costante in tutti i quartieri, incrementando i consensi la dove il voto cosiddetto di opinione potrebbe rivelarsi più numeroso di quello ideologico.
In ogni caso le piazze dei candidati ieri hanno parlato chiaro. Solo giocando al meglio sul presunto terreno dell’avversario i due contendenti hanno qualche chance di vittoria. Chiudersi dentro le proprie mura e difendere il serbatoio di voti garantito li porterà a sconfitta certa. Entrambi lo sanno, forse meglio dei loro staff, e per questo, per fare uno strappo a una regola di vita quasi sacra, Fantola ieri sera non è tornato a casa, ma è andato in giro per i locali della movida. Un piccolo peccato che val bene una elezione a sindaco.(g.cen.)