Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sbloccheremo tutti i cantieri

Fonte: La Nuova Sardegna
6 maggio 2008

«Sbloccheremo tutti i cantieri»

Vertice tra Regione e Comune sui beni paesaggistici e identitari accusati di essere i principali responsabili dello «stop edilizio»




ROBERTO PARACCHINI
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CAGLIARI. Circa settanta cantieri edili cittadini sono in «sofferenza»: o sono stati bloccati o i lavori non sono nemmeno iniziati per timore di uno stop da parte degli amministratori o della magistratura. La situazione di incertezza è data dalla normativa legata ai beni paesaggistici e identitari previsti dal piano paesaggistico regionale (Ppr). Ieri mattina sull’argomento c’è stato un vertice alla Regione tra gli assessori Gian Valerio Sanna (responsabile regionale dell’Urbanistica) e Gianni Campus (con ruolo analogo al Comune) e relativi funzionari, con l’obiettivo di sbloccare la situazione. Attualmente vi sono in città circa trecento beni considerati paesaggistici, attorno ai quali non è possibile costruire in un raggio di cento metri, salvo accordo con la Regione.
Inoltre il Ppr parla anche di «tipologie» urbanistiche, da intendersi come beni paesaggistici che allargano le aree protette. Mentre «ultimamente, la parte del Codice Urbani legata a queste “tipologie” è stata modifica - spiega Massimiliano Tavolacci (Udc, presidente della commissione comunale consiliare all’Urbanistica) - a favore di una identificazione più precisa, ma la Regione non ha ancora recepito questo cambiamento». In più: «L’intervento della magistratura, che ha bloccato i cantieri di via Caboni e di via Falconi, ha ulteriormente frenato queste attività - continua Tavolacci - una situazione che crea un quadro di forte incertezza». Il dramma, spiega Giorgio Cugusi (Sinistra democratica, componente dell’organismo assembleare all’Urbanistica), «è che il Ppr, se da un lato è uno strumento di alto profilo, dall’altro l’incapacità politica e amministrativa regionale ha creato moltissimi problemi. E così oggi, in questo settore, manca in città la certezza del diritto con gravissimi danni per tutti gli operatori, che non sanno più che cosa. Per questo è importante che Regione e Comune discutano su questo argomento per superare l’impasse». Per il momento sono blocate moltissime pratiche legate all’edilizia privata perchè «non è stata ancora definita con certezza la fascia di tutela», spiega Tavolacci.
I consiglieri comunali si sono accorti di questa situazione perchè in commissione Urbanistica non arrivavano pratiche. Allora è stato chiesto conto agli uffici. La risposta: «Siamo bloccati».
Le pratiche urbanistiche interessano interventi di una certa dimensione e tali da richiedere il voto del consiglio comunale, «complessivamente sono una settantina - continua Tavolacci - e di queste oltre un terzo sono bloccate». Le operazioni di edilizia privata riguardano, invece, specifici lavori e sono di esclusiva competenza degli uffici comunali. La mancanza di chiarezza, però, penalizza tutti. «Ad esempio - riprende Cugusi - a Pirri in relazione all’ex Vetreria non è ancora chiaro quali siano i beni paesaggistici: le strutture edili o tutto il complesso, compreso il terreno? E visto che si tratta di tre ettari, la differenza non è di poco conto».
Il Ppr ha ridisegnato i vincoli con un’attenzione particolare al paesaggio. La legge regionale aveva previsto lo strumento delle intese, che sono state continuamente spostate nel tempo. Resta il fatto che le pratiche sono ferme e alcune anche da diverso tempo. I motivi del fermo sono sostanzialmente tre: o perchè non è stata fatta l’intesa Regione-Comune, o perchè non è stata definita la fascia di tutela dei beni paesaggistici, o perchè la giunta comunale non ha ancora realizzato l’adeguamento del piano regolatore in rapporto al Ppr.