Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Venticinquemila firme raccolte nell'Isola da Liberiamo l'acqua

Fonte: L'Unione Sarda
12 maggio 2011

Ieri la conclusione del tour in città

 Vedi la foto L'Idromostro tour arriva al traguardo e chiude la sua corsa a Cagliari. Si è infatti concluso ieri il viaggio informativo promosso dall'associazione “Liberiamo l'acqua” per chiedere prima di tutto che le due proposte di legge ferme in Consiglio regionale vengano prese in esame quanto prima.
TOUR Nel viaggio partito sabato scorso, che ha seguito due itinerari paralleli per toccare le otto province, il tour ha raccolto altre 3 mila firme, per un totale di 25 mila sottoscrizioni al programma dell'Associazione. «Chiediamo innanzitutto che l'acqua rimanga un bene pubblico», ha sottolineato il presidente dell'associazione Paolo Sanna, «e per questo sposiamo il referendum nazionale sulla questione, ma chiediamo che la gestione venga restituita agli enti locali, quelli che sono più vicini al territorio e alle persone».
La gestione del sistema idrico è infatti al centro della proposta di riforma presentata dal centrosinistra, primo firmatario il vicepresidente della IV Commissione, Cesare Moriconi che ieri ha sottolineato come «l'ambito unico non si sia rilevato così ottimale, non risponde alle esigenze del servizio e non va bene nemmeno quanto delineato nel disegno di legge regionale dove si vogliono accentrare i poteri ancora di più sulla Regione». Per questo l'associazione chiede che si proceda a uno studio indipendente sull'individuazione dell'ambito ottimale, «in modo che si stabilisca una volta per tutte, in base a dati tecnici, quale dimensione sia quella veramente economica», ha proseguito Sanna. «E questo deve essere fatto adesso che abbiamo tempo sino a fine anno, non vogliamo nuovamente ritrovarci con il fiato corto senza alternative per mancanza di tempo».
PREVISIONI Altrimenti, come ha confermato il presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu, «le profezie» non sono delle migliori. «Senza un intervento è imminente il crollo del servizio di qualità ma è prevedibile un collasso anche finanziario». Abbanoa, come hanno ricordato ieri i rappresentanti dell'associazione, avrebbe 634 milioni di euro di debito certificato al 2009, di cui 197 milioni solo verso i fornitori e 104 milioni con le banche (entro l'anno). «Abbanoa è una diga che ha contenuto le perdite che però non regge più».
Annalisa Bernardini