Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La sfida di Massimo Zedda: «Ora tocca al centrosinistra»

Fonte: L'Unione Sarda
11 maggio 2011

COMUNALI.

Il candidato a sindaco che ha sconfitto il Pd alle primarie

 Vedi la foto Davide contro Golia, dicono in molti. E però, ricorda lui, "alla fine, nella storia, a spuntarla è Davide". Massimo Zedda è il candidato sindaco del centrosinistra a Cagliari dopo aver vinto le primarie di gennaio. A 35 anni, consigliere comunale e regionale, è uno che le campagne elettorali - quelle dove i voti si cercano uno per uno - le sa fare.
Perché ha deciso di candidarsi a sindaco?
«C'è tutta una generazione, la mia, che è esclusa dalla partecipazione alla vita politica e sociale del Paese. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità: ancora di più in una città che da 20 anni è amministrata dal centrodestra. "Ora tocca a noi" non è solo uno slogan elettorale: è un dato di fatto».
Qual è l'esperienza più importante, dal punto di vista della sua formazione, maturata in politica prima di questo impegno?
«L'esperienza viene dal confronto quotidiano con i cittadini: conosciamo i problemi della città perché li viviamo e li studiamo ogni giorno. Se devo scegliere un momento in particolare, dico l'incontro qualche anno fa con il patriarca di Gerusalemme, una delle massime autorità della Chiesa cattolica: importante per capire le condizioni di vita nel Mediterraneo».
Qual è la parola d'ordine del suo programma?
«Sono due: trasparenza e condivisione. La prima è indispensabile perché il Comune metta imprese e cittadini in condizione di essere produttivi, di dare sfogo alle idee e ai progetti per far ripartire Cagliari. La seconda è fondamentale perché la politica non può essere una operazione in solitudine».
Dai confronti con gli altri candidati qual è la preoccupazione che le sembra essere emersa?
«Sicuramente la mancanza di lavoro. A essere differenti sono le soluzioni proposte. Nel nostro programma puntiamo su percorsi finora non esplorati: la tutela dell'ambiente, la cultura, la collaborazione costante tra Comune e impresa. Sono questi i motori di sviluppo futuro della città».
Quali sono le emergenze della città?
«Manca il lavoro e Cagliari si spopola: la città invecchia e risulta quindi poco attrattiva per le imprese. Il traffico, insostenibile per le dimensioni della città. La mancanza di case per giovani, giovani coppie e studenti. E mancano politiche sociali degne di questo nome».
Quali sono i punti di forza e di debolezza della società cagliaritana?
«La debolezza è l'abitudine consolidata che porta a dire "tanto non cambia nulla": in un certo senso manca in città il coraggio per le sfide nuove. La forza, invece, è quella dei singoli, dei precari, dei piccoli commercianti e delle associazioni che quelle sfide accettano di giocarle ogni giorno».
Cosa si può fare per arginare l'emorragia di residenti?
«Con il recupero dell'immenso patrimonio di edifici pubblici e privati della città. Un grande piano di riqualificazione urbana è il patto che abbiamo proposto alle imprese. Produrremo lavoro e avremo case da offrire a canoni agevolati. E poi i servizi alle famiglie, a iniziare da più asili comunali».
Qual è la sua ricetta per i giovani, i senza lavoro, gli universitari?
«Prima casa a prezzi agevolati e servizi per i giovani. Risposte certe e veloci dell'amministrazione per i senza lavoro e i precari, senza spendere risorse pubbliche in corsi di formazione inutili come quelli sulla magia. Gli universitari avranno il campus e saranno parte integrante della città».
Chi vince queste elezioni?
«Vinco io, vince il centrosinistra. Vince la volontà dei cittadini di chiudere una lunga pagina di centrodestra alla guida della città. Anni grigi, come la spiaggia del Poetto che loro hanno rovinato e che lasceremo nostro malgrado in eredità ai nostri figli e nipoti».
Anthony Muroni