Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Lancio l'allarme-ambiente, troppi tumori tra i bambini»

Fonte: L'Unione Sarda
9 maggio 2011

COMUNALI. Claudia Zuncheddu, aspirante sindaco indipendentista

 Vedi la foto Le forti radici culturali e identitarie la fanno auto-definire “buona cittadina del mondo”. Un passato sportivo come pilota di rally, di viaggi di studio e di impegni nella cooperazione internazionale, Claudia Zuncheddu (consigliera comunale e regionale, candidata a sindaco per il polo indipendentista), da laica convinta, promuove la libertà di culto per tutte le religioni.
Perché ha deciso di candidarsi a sindaco?
«Di fronte al degrado in cui versa la città e all'impoverimento che sta distruggendo il tessuto economico, la convivenza sociale e le radici culturali, siamo chiamati a contrastare questo processo. I movimenti indipendentisti storici, per la prima volta uniti, mi hanno chiesto di rappresentarli in un progetto alternativo che restituisca benessere economico, solidarietà sociale, diritti, legalità e trasparenza all'amministrazione comunale con la partecipazione democratica».
Qual è la sua esperienza in politica prima di questo impegno?
«Ogni giorno come medico tocco la sofferenza della gente, entro nelle loro case e avverto le loro preoccupazioni per l'aumento esponenziale di nuove e vecchie povertà. Il mio impegno politico è da sempre al fianco dei movimenti progressisti, ambientalisti, sardisti e indipendentisti per la difesa del diritto a una vita migliore, più felice e solidale».
Qual è il punto fondante del suo programma?
«Il Comune deve riprendere il suo ruolo di strumento e di partecipazione democratica dei cittadini al bene comune, riequilibrando con i suoi interventi le disparità sociali ed economiche. Il bilancio comunale partecipato può essere uno strumento. Il Comune deve promuovere opportunità di lavoro per i singoli e per le imprese, a partire dalle emergenze dei quartieri».
Dai confronti con gli altri candidati qual è la preoccupazione che le sembra essere emersa?
«Al di fuori del linguaggio, non ho colto progetti e proposte concrete e alternative fra i vari candidati su come superare la crisi creando occupazione, salvaguardando le economie tradizionali cittadine e il potere d'acquisto delle famiglie».
Quali sono le emergenze della città?
«Nessuno osa parlare del grave stato di salute dell'aria e dell'ambiente in città. Il livello di inquinamento è preoccupante. L'aria di Cagliari è ostaggio fra Saras e inceneritore di Macchiareddu. L'incidenza dei tumori fra bambini e adolescenti è elevata. E ancora: la solidarietà sociale non è garantita, manca la trasparenza negli atti comunali, il lavoro è negato o precario».
Quali sono i punti di forza e di debolezza della società cagliaritana?
«Cagliari e la sua società, ha nelle radici e nelle vicissitudini storiche il “carattere” di Capitale della nazione sarda. Una città multiculturale e fortemente identitaria che resiste all'attacco della globalizzazione e della speculazione edilizia, che mina le sue bellezze culturali, economiche e ambientali».
Cosa si può fare per arginare l'emorragia di residenti?
«Cagliari è una città insostenibile per i costi delle case, degli affitti, dei trasporti e di servizi spesso inefficienti. Esiste un patrimonio edilizio pubblico e comunale tenuto in stato di abbandono e spesso ceduto a prezzo di fallimento. Il ripristino e la ristrutturazione di questo patrimonio creerebbe occupazione, restituendo decoro alla città e con affitti accessibili e calmierati consentirebbe il rientro di giovani coppie, nonché insediamenti studenteschi diffusi».
In caso di ballottaggio, dal quale lei dovesse essere esclusa, quale candidato appoggerebbe?
«Mai coalizioni di conservazione, di centrodestra e di “privilegi e caste” che ritengo responsabili del degrado della città negli ultimi vent'anni».
Anthony Muroni