Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ho cambiato questa città»

Fonte: L'Unione Sarda
9 maggio 2011

A ridosso del voto il sindaco presenta il bilancio di dieci anni in Municipio

Floris: la mia opera più importante? Il turismo

Sostiene di aver iniziato e concluso 120 opere pubbliche in dieci anni. Ma non le cita «volutamente». «Perché il mio più grande successo», dice, «è immateriale: è aver dato prospettive diverse a questa città, aver trasformato lo slogan di città turistica in una realtà. Cagliari terziario tradizionale, ora ha un mercato in quello avanzato, nel turismo. Non so quanti gradini abbiamo salito, so che ci siamo inseriti in una dinamica, so che stiamo salendo».
Nella conferenza stampa di fine mandato, convocata nel suo studio al secondo piano del Municipio, Emilio Floris è un po' commosso. Si vanta di non aver «mai avuto una crisi in dieci anni», di «non aver mai preso una tangente», di aver lottato duramente per «aprire la città al mare». E di averlo fatto «nonostante il mio predecessore, e lo dico sapendo che è un fatto positivo per lui, non mi abbia lasciato nulla, né in termini di opere da completare né di fondi da spendere. Io, a chi mi succederà, lascio molte opere finanziate: dai percorsi sotto le mura al porticciolo di Sant'Elia, dal parco della musica al lungomare Poetto».
ANFITEATRO Inevitabile che le domande dei giornalisti lo portino verso i temi caldi della sua consiliatura: l'Anfiteatro romano, Tuvixeddu, l'assetto del Poetto, lo stadio. «Per me deve restare un luogo per gli spettacoli, peraltro amato e richiesto da artisti e spettatori», chiarisce parlando del monumento romano. «Sulla sicurezza, peraltro competenza del Comune, è in corso una verifica. Se dirà che non ci sono pericoli, posto che non smonteremo comunque le tribune prima dell'estate, secondo me gli spettacoli si dovrebbero fare lì».

 

Le prospettive
«Un mio futuro
all'Authority?
Non lo escludo»

«Io all'Autorità portuale? Una voce che mi sento di smentire categoricamente». Uscendo dalla riunione del Comitato portuale, davanti ai lavoratori portuali che protestano perché rischiano di perdere il posto di lavoro, Emilio Floris esclude un suo interesse per la poltrona oggi occupata da Paolo Fadda, in scadenza a giugno e promessa, sembra, al senatore del Pdl Piergiorgio Massidda. Poco dopo, nel corso della conferenza stampa di commiato dalla città, il sindaco cambia posizione. «L'Autorità portuale? Mi interesserebbe anche se probabilmente farei male il mio lavoro perché sono più abituato a lavorare sullo sviluppo del territorio che ad aver una visione più statale del ruolo. Credo», aggiunge, «che l'Authority farebbe bene l'interesse dello Stato anche facendo quello del territorio».
Floris dice di auspicare che la sua esperienza di dieci anni al Comune sia messa a frutto ma di non essere abituato a sgomitare, esclude di poter fare l'assessore «perché quando hai fatto il numero uno non puoi fare il numero due». «Il Senato? Alle elezioni mancano due anni, potrebbero anche dimenticarsi di me».
Ricorda, piuttosto, che avrebbe fatto il presidente della Regione. E alla Regione lancia due messaggi. Il primo sui fondi per Cagliari: «È una città di 400 mila abitanti, quelli dell'area vasta, e da anni chiedo che le risorse della Regione siano riprogrammate: non è possibile che il 60% dei fondi venga ripartito per numero di abitanti: non è corretto e non è giusto per Cagliari». Il secondo riguarda lo sviluppo del porto canale: «Non è possibile che la Regione non faccia marketing territoriale, che non esista uno studio che ci dica che merci arrivano, a chi sono destinate, che consenta di adottare iniziative mirate».
Poi parla di patto di stabilità: «Abbiamo 150 milioni di liquidità per effetto del patto di stabilità che ci ha imposto di accantonare 30 milioni dal 2008 e il 2010. Sapete quante cose avremmo potuto fare con quei soldi? Noi e altri Comuni abbiamo fatto la nostra parte, altre istituzioni no». (f.ma.)