Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Scoprire i tesori della porta accanto

Fonte: La Nuova Sardegna
9 maggio 2011

 
Dalle 16 hanno cominciato a formarsi le file di cagliaritani e turisti 
 
 
 
Cinque nuovi siti mai visti prima oppure riscoperti, come il San Giovanni, per una lettura artistico-culturale 
 
CAGLIARI. Davanti alle sculture di Costantino Nivola sotto il palazzo del consiglio regionale già un’ora prima dell’apertura ufficiale di Monumenti Aperti si stava formando una fila di cagliaritani, sardi e stranieri col libretto della manifestazione e un percorso chiaro in testa da fare nel pomeriggio e poi uno per il giorno dopo. Una manifestazione attesa questa quindicesima, una volta un evento di nicchia e ora grande festa della cultura.
Anno dopo anno la manifestazione si è arricchita e non c’è stagione che non si apra con una novità. Gli operatori cittadini attribuiscono a Monumenti Aperti una grande capacità di stimolare l’osservazione verso il proprio patrimonio e quindi la possibilità di dargli valore mostrandolo a un vasto pubblico variegato ma sempre più interessato alla scoperta del monumento della porta accanto. Monumenti Aperti è diventato un patrimonio delle associazioni (quest’anno 180) che a vario titolo lavorano nel campo culturale. Ed è una occasione molto attesa ormai dalle scuole, scelte di anno in anno o autocandidate per raccontare la storia di un luogo oppure per descrivere le bellezze dell’edificio in cui si va tutti i giorni a far lezione. Succede alla scuola Manno di via del Collegio e alla scuola Santa Caterina di Castello. Tornando allo stimolo rappresentato da «Ma»: quest’anno per la prima volta si apre al pubblico la cappella dell’Istituto Sacro Cuore in via Macomer, a un passo dalla chiesa di San Domenico e dal suo celebre chiostro. Le suore del Sacro Cuore dalla fine dell’Ottocento tengono scuola materna ed elementare, l’Istituto è famoso per l’arioso giardino dove i bambini possono giocare, ma davvero pochi esterni alla scuola avevano visto la cappella affrescata da Giovanni Battista Scano, detto Baciccia, noto per essere l’autore di altri affreschi nella chiesa di Quartu dedicata a Sant’Elena. Il miracolo della cappella si capisce dopo una breve osservazione dei dipinti: quasi non ci sono finestre ma è luminosissima. La madre superiora suor Maria Del Bo fece eseguire gli affreschi dove c’erano i finestroni, visibili ancora dall’esterno, le scene prendono luce da tre non grandissime finestre davanti all’altare dove si staglia la statua di un Cristo che «esce» da insieme di nuvoli e angeli in fila ai lati. In una scena si testimonia dell’attività della scuola con un bambino accompagnato dall’angelo custode. Al piano di sopra il museo della pedagogia, questo aperto già da qualche anno. Perché la cappella entra solo ora nell’elenco di «Ma»? Lo spiega Gian Marco, giovane e preparato: «Perché non sapevamo abbastanza dell’origine della cappella, abbiamo fatto ricerche fra i documenti dell’Istituto». Insomma: Monumenti Aperti bisogna prenderla sul serio. New entry altri luoghi mille volte visti dall’esterno e altrettante mai percepiti come scrigno di tesori, storie, comunque un passato da raccontare. Succede per Palazzo Fois, quell’edificio neoclassico modellato sull’angolo tra via Genovesi e piazza San Giuseppe, ora sede della sartoria Piredda, ma che è stato tirato su sopra una cisterna punica poi trasformata in un via di fuga protetta da Castello. «Nuovo» anche per palazzo De Candia, che fu del tenore Mario uomo di gusto deciso ad arredare la sua casa con bei pezzi oggi visibili. Il miracolo di «Ma» (la riscoperta di una cosa nota) forse si apprezzerà molto all’ospedale San Giovanni di Dio, altro nuovo ingresso nella manifestazione: ospedale di concezione moderna progettato dal Cima, un salto di molti secoli rispetto alla struttura di Sant’Antonio nella via Manno. I reparti disposti a raggera comunicavano tra loro e guardavano su un bel giardino. Si può visitare la farmacia, chiusa al pubblico da qualche decennio. Per l’ulteriore novità bisogna spostarsi a Pirri, al museo di Aquilegia nell’ex vetreria, contenitore con una storia industriale da raccontare, ci sono gli scheletri di un allosauro e di uno pterodattilo. Le novità di quest’anno si affiancano alle certezze costruite nel tempo: dalle torri militari ai sotterranei Cagliari è una sorpresa. Senza dimenticare la periferia: al quartiere europeo il gioiello della chiesetta di Sant’Alenixedda. (a.s.)