Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ecco la ricetta dei Verdi per far crescere questa città»

Fonte: L'Unione Sarda
5 maggio 2011

COMUNALI. Oggi Angelo Bonelli presenta la lista del Sole che ride

 Vedi la foto Angelo Bonelli, leader nazionale dei Verdi, torna in Sardegna a distanza di tre mesi dall'appuntamento con le primarie del centrosinistra. Oggi alle 11, nel ristorante “Sa Pampada” di via Sassari, alla presenza del candidato a sindaco Massimo Zedda, parteciperà alla presentazione della lista del “Sole che ride”.
Oggi non avete rappresentanti né in Regione, né in Comune. Credete di potercela fare, questa volta?
«Mi auguro di sì, anche se voglio essere sempre cauto. Il tentativo che si sta cercando di fare è quello di ricostruire la presenza di una forza ecologista. Il posizionamento dei Verdi nel perimetro della sinistra estrema ci ha impedito di conseguire i risultati che il nostro movimento ha nel resto d'Europa».
Il referendum sul nucleare si terrà o il governo riuscirà a evitarlo?
«Quella di Berlusconi non è una furbata ma uno scippo della democrazia. Vedendo i sondaggi il premier si è reso conto che avrebbe perso e ora cerca di sospendere le libertà democratiche del popolo italiano».
Sa che in Sardegna anche Cappellacci fa campagna elettorale per il referendum locale del 15 maggio?
«È un segnale importante, significa che la Giunta ha capito che la gente è contraria a quel tipo di sviluppo energetico. Perché in ballo non c'è solo il pericolo di radiazioni ma anche quello dell'introduzione di un modello unico profondamente sbagliato».
Avete criticato il taglio degli incentivi sulle rinnovabili. Ma in alcuni casi non favorivano gli speculatori?
«Il sistema di incentivi si può migliorare ma non certo azzerare. Il problema sono gli oligopoli come quello dell'Enel non certo i piccoli produttori di energia solare o comunque rinnovabile che stanno nascendo capillarmente, con piccolissimi impianti, ridistribuendo in piccola parte la ricchezza».
Conosce i problemi denunciati dalle inchieste sulle rinnovabili che riguardano la Sardegna?
«Capisco che ci possa essere preoccupazione: là dove c'è la possibilità di fare soldi le infiltrazioni della criminalità sono sempre un rischio. Ma non possiamo buttare il bambino assieme all'acqua sporca, bloccando tutto. La buona politica deve dare regole e discernere tra speculatori e imprenditori di qualità».
Nessuno protesta per i bombardamenti in Libia, se non la Lega. Il pacifismo è morto?
«Questo problema esiste e bisogna interrogarsi sul perchè. C'è anche un problema di scarsa rappresentatività da parte dell'Onu. Senza scordare i tanti Paesi, il nostro in primis, che stavano facendo affari con Gheddafi e invece ora lo bombardano».
Perché in Parlamento gli scontri maggiori sono sul tema giustizia?
«Solo ed esclusivamente perché abbiamo un presidente che deve risolvere i suoi problemi personali e per questo sta monopolizzando l'attenzione del Camere. mentre non c'è mai una discussione sui temi della disoccupazione o della precarietà. Il punto di vista dei Verdi sarebbe importante, anche per le nostre ricette “pulite”, capaci di incidere sull'economia».
Quale futuro per il centrosinistra?
«Penso anzitutto al mio partito, che nella convention del 21 e 22 maggio si appresta a costituire un nuovo soggetto ecologista e civico, capace di rappresentare le istanze di tutti i movimenti ambientalisti. Sarà un soggetto trasversale nella società italiana, fuori dal perimetro della sinistra radicale.
Dunque non è scontata l'alleanza col centrosinistra?
«In prospettiva si dovrebbe arrivare a una nostra posizione autonoma e dialogante. Ma con l'attuale legge elettorale non c'è alternativa allo schierarsi contro allo strapotere al modello di sviluppo imposti da Berlusconi».
Anthony Muroni