Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Efisio torna a Stampace

Fonte: L'Unione Sarda
5 maggio 2011

La statua del martire, salutata da centinaia di persone, è rientrata nella sua chiesetta

Ieri notte la processione da Pula al centro di Cagliari Lui, giubbotto in renna chiuso fino al mento, lei cappottino e sciarpa, si sono organizzati: pistacchi per l'attesa, un paio di bottigliette d'acqua, aspettano che il Santo passi di qui, in viale Pula, dove la città diventa periferia. «Quando arriva?», dice lei. Alle 22.30 sul ponte della Scafa spuntano nel buio le sagome dei buoi, illuminate dalle sirene delle moto della polizia. Efisio è arrivato. Insieme a una manciata di fedeli, che lo ha scortato nell'ultimo tratto del pellegrinaggio di ritorno, quello da Giorgino, dove ha cambiato cocchio e abiti, alla chiesetta di Stampace che porta il suo nome. Gli ultimi chilometri sono come un concerto in crescendo: più si va avanti e più il silenzio e la penombra diventano luci, applausi, canti.
L'ARRIVO IN VIA ROMA Le launeddas iniziano a suonare in viale La Plaia, dove la folla attende silenziosa e composta, quasi in un raccoglimento preparatorio. Quando il carro passa, un segno della croce e una preghiera e poi via, si prende il posto in coda alla processione. Un corteo partito ieri mattina presto, poco dopo le 8, da Pula.
LA STRADA DEL RITORNO I riti in onore del Martire guerriero non ammettono rivoluzioni di programma: si ripercorre la strada fatta all'andata, dopo la sfilata del Primo maggio. E allora: Villa San Pietro, Sarroch, Villa d'Orri. In ogni posto c'è una sosta da fare, una famiglia da salutare, un voto da sciogliere. Poi si prosegue verso la città, ma prima il carro di campagna - quello usato tradizionalmente per visitare i centri della provincia - fa una fermata anche a Su Loi e a La Maddalena spiaggia. Qui la processione si interrompe: il cocchio viene caricato sul camion dell'Esercito e arriva fino a Giorgino. Dove Efisio viene cambiato d'abito e il cocchio diventa quello dorato, per la festa cittadina. Sono le 21 quando si riparte verso Cagliari. Un'ora e mezza dopo i buoi spuntano dal ponte della Scafa. «È arrivato». Già, è arrivato: così possono cominciare a sfilare i gruppi, fermi dalle 19.30 in viale La Plaia e dintorni.
LA SFILATA FINALE Si muovono lentamente anche i cavalieri (uno di loro ha dovuto rinunciare al percorso finale: il cavallo era troppo nervoso e per evitare incidenti è stato allontanato dal gruppo) e i cori, fermi all'angolo con via Sassari, cominciano a scaldare la voce. «Meglio dell'anno scorso», sussurrano due amiche mentre sfila anche l'Alter Nos Salvatore Mereu. Nel 2010 il tempo non aiutò la processione: diluviò per tutto il tragitto. Miliziani, figuranti e fedeli arrivarono alla chiesetta di Sant'Efisio completamente inzuppati d'acqua.
L'ARRIVO Invece questa volta tutto fila liscio: la folla si ingrossa mano a mano che il carro si avvicina alla meta. Anche i canti e la musica delle launeddas diventano più forti. Si aggiunge anche il suono delle campane delle chiese di Stampace, che salutano Efisio. Il cocchio comincia a curvare, sale verso la chiesetta. «È arrivato». Già, è arrivato.
Michele Ruffi