Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Bersani: «Dall’urna un segno per il Paese»

Fonte: La Nuova Sardegna
3 maggio 2011



«Centrosinistra unito sui grandi temi come il lavoro mentre la destra è a pezzi»




ALFREDO FRANCHINI

CAGLIARI. Le prossime elezioni sono amministrative e quindi tradizionalmente diverse dalle politiche ma Pierluigi Bersani, in visita ieri a Cagliari e oggi a Olbia, rivolge un appello ai sardi: «Stavolta date un voto per la vostra città ma anche per il Paese».
«Non sarà l’ora ics», sostiene il segretario nazioanle del Pd, «né lavoriamo per spallate, ma speriamo che da questo voto venga un segnale inequivocabile: così non si può più andare avanti. Occorre smettere di divagare su problemi di uno solo e venire al dunque delle questioni». E al primo punto dell’agenza politica Bersani mette il problema, (o il dramma), del lavoro, dei redditi bloccati, dei servizi sempre più carenti. Bersani è intervenuto ieri pomeriggio a Cagliari a sostegno del candidato sindaco Massimo Zedda. In precedenza aveva tenuto una conferenza con Silvio Lai e Francesca Barracciu, all’esordio ufficiale come vicesegretaria nel «nuovo» corso del Pd, e con alcuni sindaci del cagliaritano. «Adesso cambiamo registro», afferma Bersani che si mostra molto ottimista: «A Cagliari e Olbia dove in passato abbiamo avuto difficoltà potrà esserci qualche sorpresina. Siamo fiduciosi sulla possibilità di vincere in Sardegna la tornata elettorale e portare un contributo al centrosinistra a livello nazionale». Sarà compatto il centrosinistra dove a Cagliari, in occasioni delle primarie, erano emerse vecchie spaccature? Bersani non ha dubbi: «Per le primarie mi rifiuto di parlare di sconfitti del Pd. I contendenti non sono avversari, tutto il centrosinistra e il Pd sosterranno Massimo Zedda, senza sbavature». Anzi, fa notare il segretario nazionale, il Centrosinistra è unito quasi ovunque, caso mai «è il Centrodestra ad essere diviso». Sulle alleanze per il comune di Olbia, dove il Pd sostiene l’ex sindaco del Pdl Gianni Giovannelli, fuoriuscito dal partito di Berlusconi e a capo di una coalizione civica, il segretario del Pd ha sottolineato che quell’alleanza risponde a un caso locale e che non si sta sperimentando un modello politico: «Davanti a temi come l’imparzialità della pubblica amministrazione e la legalità siamo aperti a qualsiasi convergenza». Infine il nucleare: i sardi saranno gli unici ad andare al referendum. Bersani ricorda: «La Regione invece di fare spot per il referendum sul nucleare avrebbe dovuto fare ricorso alla Corte Costituzionale».
 

 

LA PROPOSTA

Partito federalista e territorio «L’isola diventa laboratorio»




CAGLIARI. Il Pd in Sardegna sarà un partito federato. E quel modello sarà riproposto su scala nazionale. Lo ha detto ieri il segretario nazionale Pierluigi Bersani: «Alla prossima conferenza nazionale proporrò di mettere in campo un assetto federale dove i territori, più che le correnti verticalizzate, esprimano classi dirigenti e si pronuncino sulle linee politiche». Secondo il leader del Pd, come nel miglior federalismo, occorre avere «un centro che abbia poteri sufficienti per garantire il marchio, che è indiviso ed indivisibile». In questo quadro è tutto da decidere il ruolo di Renato Soru. «Non c’è dubbio che Soru rimarrà protagonista della nostra vita politica: è un dirigente che ha un profilo sardo e nazionale e quindi vedremo insieme a lui quale potrebbe essere il modo migliore di impegnare questa energia».