Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Non mi lasciar, oh Efis»

Fonte: L'Unione Sarda
3 maggio 2011

GIORGINO. Fra i fedeli in pellegrinaggio oltre la città verso Villa Ballero

 Con l'anziana Dolores per sciogliere i vecchi voti
Vedi la foto « Dolorese ! Oh Dolorese !»
«Eeh! No zerrisi , oh Nina».
«Pronta sei?»
«Già sono pronta. Tu però non urlare che non sono sorda. E non correre».
Ore 14.03: un po' in ritardo per essere ancora alla Semoleria. Ma l'importante è esserci perché, vista l'età, pensa Dolores, è un privilegio trottare da viale la Playa a Giorgino con le proprie gambe. Primo maggio, domenica. Era meglio se era sabato. Invece no, due feste in una, mannaggia miseria.
«Dolores».
«Sì, Efis».
«Non ti lamentare»
«Non mi lamento». E Dolores si è immersa nei pensieri e le sue vecchie ossa hanno preso il ritmo con gli altri 500 che il Santo lo accompagnano dalla fine della città a Villa Ballero.
«Cosa hai da dirmi quest'anno?».
«Ho da ringraziarti. Lo vedi quel ragazzo lì alto alto? Matteo? È un giornalista buono. Ha avuto tanto dolore. La sua figlietta era nata troppo presto. L'hanno tenuta per 4 mesi in una bolla di vetro in clinica Macciotta. Era più piccola di un cardellino. Speranze non ce n'erano. Poi è stato miracolo e perseveranza. E allora ti ringrazio per Matteo che è padre felice di Michela».
Dolores usa il fiato per intonare con tutti Signor non ci lasciar , mentre il corteo si infila sul ponte e i pellegrini si lasciano alle spalle Cagliari. Resta con noi, non ci lasciar, la notte mai più scenderà .
«Sei un po' stonata Dolores».
«Eh, provaci tu a cantare e scarpinare alla mia età. Comunque ti volevo ringraziare anche per Fausto. È quello secco alla tua destra con la moglie Michela che gli tiene la mano. È la prima volta che vengono e guarda come gli piace perché è bello vedere la città da questo ponte dove oggi non passano le macchine. Lo avevano accusato che non era chirurgo onesto. Poi giudici di Roma hanno detto che così non era. E lui anche quest'anno ne ha salvato tanti altri di poveri cristi come me».
«Altro?»
La strada fa una curva e costeggia il mare che si fa stagno.
«Dunque Efis. La vedi quella ragazza piccolina? Quella è Romina, di Sassari. Diglielo tu che non fa nulla se è arrivata seconda al concorso e non avrà il posto. Diglielo che ci sarà un'altra occasione. Un altro futuro. E quello con il cappellino? Quello è Gianluca, il tenore. In piazzetta ha urlato con la sua voce di Dio Viva Sant'Efisio! e tutti hanno applaudito. Dillo anche a lui che ci sarà un'altra possibilità di salvare lirica e teatro. Dillo a tutti loro che non si può mai smettere di combattere».
Il villaggio pescatori sa di salsedine e pesce fritto. Il cocchio si ferma, quindici minuti alle tre. La teca viene aperta e si mettono piccole foto di padri e di figli, di chi lotta e chi non c'è più. «E poi ti devo chiedere accozzo per signora Poma Chiarina. Per 108 anni è stata qui a darti il saluto. Ma a dicembre 2010 è volata via. Così ti volevo chiedere un posto ancora migliore per lei lassù ».
I buoi, infaticabili, ripartono. Manca poco a Villa Ballero, ma sembra un'eternità per chi ha una carrozzina da spingere o un deambulatore da far trottare.
«E per te Dolores non chiedi nulla? e per tua sorella Nina?»
Sono passati tre minuti alle tre, il cocchio varca l'arco di Villa Ballero i petali di fiori volano nell'aria e ricadono a terra per formare un tappeto. Non c'è più tempo per le richieste. Il Santo è arrivato, cambierà il cocchio e riprenderà il suo cammino.
«Arrivate siamo oh Dolorese ».
«Arrivate siamo anche quest'anno, oh Nina».
«Hai chiesto tutto a Efisio?»
«No, mi sono dimenticata di te».
«Evabbe' attrus annus ».
Attrus annus.
Francesco Abate