Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Strade in città, condizioni disastrose

Fonte: La Nuova Sardegna
3 maggio 2011



Nel 2010 sono state 3.321 le segnalazioni dei cittadini e degli stessi vigili




CAGLIARI. Guerra alle buche. I vigili urbani le segnalano alla loro centrale operativa, gli appalti comunali in corso per rifare l’asfalto di alcune vie assegnano alla ditta vincitrice l’impegno di monitorare il lavoro fatto e intervenire ogni volta che la strada si rompe. Cosa che a Cagliari succede spesso: 3.321 segnalazioni di vigili e cittadini nel 2010 lo dimostrano. E’ una guerra con vari nemici, l’assessore ai Lavori pubblici Lorrai dice: «L’80 per cento delle buche non è responsabilità del Comune».
«Guardate le rotture - invita a fare l’assessore Raffaele Lorrai - si ritrovano in successione, lungo una linea dritta e c’è molto spesso, anzi praticamente sempre, la traccia di uno scavo riempito». Vuol dire che le buche si sono formate dopo l’apertura della strada, i lavori agli impianti sotterranei e poi la chiusura fatta male oppure benissimo ma sopra tubature destinate a perdere acqua ancora e sempre. Il problema di Cagliari sono le perdite d’acqua. Succede in tutta la città: sotto l’asfalto si forma il vuoto causato dal dilavamento costante e alla fine il mantello cede. Ecco perciò l’avvallamento, lo scalino, la rottura, il buco, il fossato, fino alla voragine di 6 metri di via Peschiera nella notte dell’8 agosto 2009. Quest’ultima è una zona particolare, considerata pericolosa in tutte le mappe geologiche prodotte dal 2009 a oggi, ma anche prima si sapeva benissimo che sopra l’antica cava si deve costruire con accorgimenti particolari, utilizzati in pochi degli edifici della zona di via Marengo, Peschiera, Pastrengo. Le buche a Cagliari sono ovunque: via della Pineta da mesi mostra il suo quasi perenne «quadrilatero» (transenne attorno a un buco stradale), via Solmi è interamente rappezzata, via Garibaldi soprattutto nella parte alta che sbocca in piazza Costituzione, coperte le buche, mantiene avvallamenti insidiosi alcuni dei quali formano uno scalino invisibile ma a provato rischio di slogatura. Neppure le vie di grande storia come il Largo o Buoncammino sono indenni dal piccolo flagello. L’assessore Lorrai spiega che i lavori per i sottoservizi Enel, Telecom e Isgas non li fanno più perché le amministrazioni non li finanziano, le strade rappezzate sono ormai vecchie, solo le tubature di Abbanoa continuano a produrre buche fresche. Castello, Marina, piazza San Domenico e di recente anche i lavori di velocità mai vista tra via Sulis e via San Giovanni hanno risolto il problema con pavimenti di pietra variamente posta: strade candidate alla pedonalizzazione perché altrimenti l’effetto per macchine ma soprattutto scooter e motocicli sarebbe quello sofferto in via Roma, pericolosa anche senza bisogno di buche. Quando piove o soltanto si forma la patina umida della notte diventa scivolosa. Lo stesso problema fino a poche stagioni fa c’era anche sulle strisce pedonali e nella segnaletica a terra: le vernici scivolose facevano slittare i mezzi in frenata. Il capitano dei vigili urbani Francesco Podda dice: «Si è rimediato con appalti che hanno ritracciato la segnaletica con materiali antiscivolo, ora sono quasi tutti rifatti e sicuri». Anche i tombini sono stati un problema: li hanno cambiati e portati a livello stradale. Le buche non sono un’invenzione dei cittadini più causidici: nelle conferenze di servizio degli ufficiali, i comandanti dei vari reparti chiedono di continui che i vigili in pattuglia facciano una sorta di monitoraggio e segnalino i problemi. Che sono sia le buche in strada che le mattonelle divelte nei marciapiedi. Alla segnalazione del vigile o del cittadino alla centrale operativa segue il sopralluogo della protezione civile. L’ufficio dell’assessorato ai Lavori pubblici ha promosso i lavori per rifare via Cadello, viale La Plaia e viale Colombo e il consolidamento di viale Merello. I cittadini segnalano che le strade di Castello rifatte diventano facilmente scivolose: «Sì - dice il capitano Podda - ma è anche il comportamento alla guida che deve tenere conto delle condizioni del manto stradale. Castello ha chiari limiti di velocità, se li si rispetta non ci sono pericoli». Il comandante del Corpo dei vigili, Mario Delogu, avverte: «L’asfalto si usura, ogni giorno a Cagliari entrano 200 mila macchine di non residenti, un’andatura moderata mette al riparo da qualunque rischio». (a.s.)

 

DANNI

In fila per ottenere il risarcimento




CAGLIARI. Nel 2010 sono state 3.321 in tutto le segnalazioni arrivate alla centrale operativa da parte di cittadini e di vigili urbani su buche e avvallamenti ritenuti pericolosi. Le pratiche per danni a veicoli causati dalle buche tra 2010 e primi mesi del 2011 sono 59, mentre 11 riguardano pedoni che sono caduti o si sono slogati le caviglie a causa di mattonelle divelte nel marciapiede, dislivelli non segnalati nelle zone di attraversamento. Fra questi 11 nessuno (per fortuna) ha riportato fratture. Quelle però che arrivano a buon fine storicamente sono di meno. Il Comune ha un’assicurazione di copertura su questo tipo di danni, per i quali bisogna dimostrare con assoluta certezza che la causa del danno è esattamente quella buca, quel dislivello, quella rappezzatura dell’asfalto. Il nesso è più semplice da dimostrare per gli incidenti ai pedoni.

 

Due studenti universitari, una ragazza e un giovanotto denunciati alla Procura con l’accusa di tentata truffa

Tra le vittime spuntano anche i furbetti




CAGLIARI. Gli incidenti a causa delle buche stradali fanno vittime, ma producono anche millantatori. In tre casi, due nel 2010 e uno nel 2011, i vigili hanno trovato sospette le segnalazioni. E le indagini avviate si sono concluse con tre denunce alla procura, l’accusa: tentata truffa.
Quella del 2011 riguarda due studenti universitari, che avrebbero dichiarato il falso sul danno riportato dal veicolo a loro dire causato da una buca nel bel mezzo della strada. Un altro ragazzo è stato denunciato nel 2010 sempre per tentata truffa: il danno dello scooter esibito dal giovane, secondo i vigili urbani che hanno condotto i rilievi e che hanno ascoltato i testimoni tutti in contraddizione fra loro, non sarebbe stato provocato da quella buca in quel posto a quell’ora, bensì altrove e con diversa modalità. Poi c’è la ragazza che probabilmente aveva pensato di aver trovato un modo per farsi qualche soldo con le cifre liquidate dalle assicurazioni. Il punto è che la pretesa vittima avrebbe esagerato con la quantità di denunce. Nel 2009 ne aveva presentate sei: il nome che ricorreva, il tipo di incidente sempre uguale alla stessa gamba, inoltre due delle richieste di risarcimento erano così vicine nel tempo e così clamorosamente simili nelle modalità che non poteva non venire il sospetto o almeno un dubbio. Così sono stati fatti accertamenti accurati, in alcune di queste denunce c’erano anche vari testimoni che poi non avrebbero retto a lungo la parte, insomma alla fine i vigili urbani hanno messo insieme abbastanza elementi per denunciare la ragazza alla procura della Repubblica con l’accusa di tentata truffa. Non sono state queste le prime volte in cui i vigili si sono imbattuti in casi sospetti, ma nelle altre occasioni i pretendenti al risarcimento si sono sciolti come neve appena hanno capito che già dai primi rilievi i vigili notavano l’impossibilità che un danno come quello presentato dai mezzi potesse essere stato provocato da quella buca in quella situazione. «Le buche sono un problema - conclude il comandante Delogu - ma c’è molto contenzioso perché non tutte le situazioni sono insidiose. Molto dipende dai comportamenti dell’automobilista». Traduzione: andate piano e le buche non fanno danni.