Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

S. Efisio, irrompe la Sassari

Fonte: La Nuova Sardegna
3 maggio 2011



Il rito ha richiamato fedeli e turisti a decine di migliaia



Da quest’anno il Comune mette il suo logo sulle immagini. Ferito cavaliere disarcionato

STEFANO AMBU

CAGLIARI. Sant’Efisio ha battuto anche la pioggia. L’unico bagno, per l’edizione n. 355 della festa del martire guerriero, è stato quello di folla: circa seimilacinquecento spettatori seduti nelle tribune e oltre dodicimila persone al di là delle transenne lungo il percorso tra piazza Azuni, largo Carlo Felice e via Roma. Con qualche cambiamento. Fede, tradizione ma anche marketing, infatti.
Da quest’anno l’amministrazione comunale ha messo il suo logo sulle immagini. Per questo c’erano 15 telecamere in postazione e due regìe. «Dalla Spagna ci hanno contattato per il 2012 - spiega l’assessore comunale al Turismo, Gianni Giagoni - E Sky ci ha chiesto le riprese per un approfondimento». Unico problema: un componente della Guardiania, disarcionato dal cavallo davanti al municipio, è dovuto ricorrere alle cure dei medici. «Aspettiamo - dice Fabrizio Pau, presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone - questo giorno tutto l’anno. Insieme viviamo questi momenti con grande intensità, con ansia ed emozione. Ma certo, l’incidente non ci voleva proprio: ci è dispiaciuto moltissimo». Per il resto, tutto bene. Alla processione hanno partecipato quasi 3.000 persone in costume tradizionale, a piedi e a cavallo, in rappresentanza di 91 comuni.
Quest’anno il cocchio del santo, un ufficiale romano martirizzato sotto Diocleziano, è stato preceduto da un reliquario alto mezzo metro, per la prima volta portato a spalla dal 151/o reggimento della Brigata Sassari. Il cappellano, don Gian Mario Piga, ha ottenuto dall’arcidiocesi di Pisa alcune reliquie del Santo che saranno custodite nella caserma Monfenera. Tempi, luci, colori, musiche. E Sant’Efisio puntualissimo. La festa è cominciata dal cuore di Stampace, nella chiesetta. Da lì, dopo la messa, è partito il corteo. Prima, però, è stata la festa del folk, soprattutto per le centinaia di turisti affascinati dai colori di tutte le parti dell’isola: un pieno di Sardegna nel giro di poche ore. Poi il clou della festa. Con l’uscita del santo dalla chiesetta e il passaggio per le strade di Stampace prima dell’apoteosi in via Roma, la strada che si prepara all’arrivo con migliaia di petali rosa, rossi, gialli e profumati. È la ramadura: il colore e il profumo della sagra.
Appena al simulacro viene fatto girare l’angolo, dopo i saluti dell’Alter Nos, Salvatore Mereu, consigliere uscente, arriva la colonna sonora del porto: le sirene delle navi che salutano il passaggio del cocchio davanti al municipio di via Roma. La fine, in pratica, della festa in città. I devoti restano con Sant’Efisio. Gli altri vanno a mangiare. Ed è una festa anche per Cagliari città turistica.
Nessuno si lamenta: da via Sardegna al corso Vittorio Emanuele per un primo e un secondo c’è la fila. E capita di dover aspettare anche il turno delle 15 prima di sedersi a tavola. Affaroni per gli alberghi cittadini.
Tornando dal profano al sacro, Sant’Efisio è ancora in viaggio. Ieri tempo bruttissimo, ma niente ferma il santo, da Sarroch a Villa San Pietro passando per Nora. Il 4 maggio è il giorno del ritorno a Cagliari, forse la festa più intima per i devoti. Meno tribune, ma più fede: arrivo atteso per le 22.30.