Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cintura verde, per salvare la città

Fonte: La Nuova Sardegna
2 maggio 2011

La sfida è connettere alcuni parchi urbani




CAGLIARI. Euroflora finisce oggi a Genova, è il più grande salone florovivaistico d’Europa (quest’anno ha dato risalto al tema dell’orto), l’agronomo cagliaritano Raimondo Congiu si porta via un terzo premio col giardino dal titolo Dea Madre e non è stato il solo rappresentante dei progettisti di giardini che lavorano nell’isola. C’erano anche Gavino Cadau di Olmedo che ha proposto un bel paesaggio della Gallura, l’Associazione Fenicia che raggruppa aziende di Cagliari e dei dintorni che ha presentato un altro suggestivo scorcio di Sardegna. Dea Madre è stato composto con materiali interamente prodotti qui: dalla trachite lavorata alle ceramiche di un laboratorio oristanese alle piante dei vivai sardi. Congiu spiega che anche l’industria del verde conosce il suo momento di crisi, ma il tema resta di capitale importanza quando si progetta il futuro dei luoghi abitati. Congiu non lo pensa da oggi e infatti ha investito parte della sua attività nei progetti di orti e giardini didattici con le scuole (a Selargius e Maracalagonis) dove insegna ai bambini a tenere l’orto, a curare le piante, a piantare semi di frutta e verdura e a portarsi a casa informazioni dirette sulla vita della natura e nuove sensibilità. Anche su un terrazzo si possono piantare pomodori e insalata ed è entusiasmante per i bambini la sensazione che si prova quando si coglie il frutto atteso a lungo dopo un lavoro di semina e di cura del terreno. Congiu sostiene che alberi e piante devono essere ovunque. Intanto per la salute delle città e del pianeta intero per i noti motivi che le piante contribuiscono ad abbattere le polveri nell’aria, a ossigenare l’ambiente, a refrigerare i luoghi. Ma l’aumento delle zone verdi è di interesse anche per operatori più attenti agli argomenti di tipo economico: è noto che il verde aumenti il valore degli immobili. Lo ha capito un costruttore cagliaritano che ormai accanto al palazzo allestisce giardini e piazzette (via Castiglione, via Peretti, via Ravenna e via Favonio), un suggerimento contenuto in un documento rimasto nel cassetto delle varie giunte comunali. Nel 1996 Congiu partecipò alla stesura del piano del verde affidato dalla giunta Delogu all’architetto paesaggista Andreas Kipar. Il piano è stato aggiornato nel 2006, si tratta di indirizzi sul tema del verde che sono stati raccolti dall’amministrazione comunale solo in parte. Terramaini e altri piccoli giardini nascono da questa visione, ma l’operazione che Kipar voleva lanciare attraverso lo studio aveva un altro respiro. L’idea era quella di stendere una cintura verde attorno alla città, una cintura che doveva infilarsi tra asse mediano, stagni, periferie e che doveva contribuire all’altra grande idea di connettere i parchi urbani e fare sistema. E se legare Monte Urpinu a Tuvixeddu può essere considerata forse un’impresa impossibile perché la città non ha lasciato spazi, è invece semplice ipotizzare un sentiero verde tra il colle di San Michele e Tuvumannu-Tuvixeddu attraverso il seminario dietro via Cadello. Secondo Congiu bisogna andare avanti nei ragionamenti sulla necessità di aumentare il verde e probabilmente alcuni strumenti possono essere già utilizzati. Se il piano casa oltre agli incentivi per la bioedilizia ne prevedesse per coloro che moltiplicano il verde, già si darebbe un segno. In altre città italiane le zone industriali sono luoghi per piantare alberi, siepi, prati: a Macchiareddu solo qualcuna lo ha fatto. Costa? Poco rispetto alla qualità che introduce in ambienti di lavoro. (a.s.)