Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tutta la città ai piedi di Sant’Efisio

Fonte: La Nuova Sardegna
2 maggio 2011

 
Brigata Sassari per la prima volta nel corteo con le reliquie del martire 
 
 
 
 
STEFANO AMBU 

CAGLIARI. Miliziani e Brigata Sassari per il martire guerriero. E cuffie per le spiegazioni multilingue scaricate via web sulle orecchie dei turisti. Il pericolo pioggia? Negli ultimi anni una tradizione sfatata. Ma nemmeno il diluvio potrebbe fermare la festa numero 355, la forza di Sant’Efisio. E la voglia di farsi il segno della croce davanti al cocchio, immancabile rito ormai entrato nel dna di migliaia di fedeli di mezza Sardegna.
Niente ospiti con il sangue blu per questa edizione: ladies e gentlemen visti in via Roma due anni fa probabilmente erano alla corte di William e Kate. Pazienza. L’invito, per chi non se ne è mai perso una e per chi parteciperà per la prima volta, è quello di farsi trovare nelle tribune, posti in vendita 6.240, non più tardi delle 9.15. Per chi sta in piedi dietro le transenne il consiglio è quello di svegliarsi e sistemarsi un po’ prima.
Partenza dalla chiesetta di Sant’Efisio, naturalmente. Con la messa dell’Alter nos, quest’anno il consigliere comunale Salvatore Mereu. La preghiera del sindaco Emilio Floris, alla vigilia del voto per le Comunali, era stata: per favore non un candidato. Accontentato. E contento anche Mereu: sfilare a cavallo davanti al Municipio prima del passaggio del Santo è qualcosa che non si dimentica più. L’inizio della processione è previsto per le 12. Gli eventuali ritardi e l’attesa, anche quelli fanno parte della tradizione e del fascino della festa.
Attenzione, deve essere tutto a posto: sarà la responsabile del settore Musei dell’Istituto superiore etnografico Rosa Contu a squadrare i partecipanti dall’alto al basso. Per vedere se qualcosa, dal punto di vista storico, non torna. Non ci dovrebbero essere problemi per i miliziani: le loro divise arancioni, consunte dal tempo, sono state rifatte grazie a un bando indetto dall’assessorato al Turismo. Unica eccezione “storica” la presenza, con il permesso dell’Arciconfraternita del Gonfalone, della Brigata Sassari con le reliquie del Santo. E’ la prima volta. Poi il via. Numeri come al solito imponenti: novantuno comuni rappresentati, ventidue traccas, novantadue gruppi folk, cinque suonatori, cinquantasei cavalieri, cinque milizie per un totale di settanta miliziani. E ancora: 226 persone nelle traccas, duemilaseicento a piedi e 298 cavalli. Una sfilata di colori attraverso via Azuni, piazza Yenne, Corso Vittorio Emanuele, via Sassari, piazza del Carmine, via Crispi, via Angioy, via Mameli. E poi finalmente il Largo.
La discesa del Santo verso via Roma che, quando il cocchio si riempie dei colori e dei profumi della “ramadura”, petali rossi, rosa e gialli che coprono il grigio della pavimentazione di via Roma. Passano i miliziani, l’alter nos si sbraccia a destra e a manca togliendosi il cappello sì e no duecento volte. E poi tocca al cocchio. Un passaggio sottolineato dagli applausi e dalle sirene delle navi: un suono basso e severo che fa tremare. Festa finita, ma solo per i turisti. E città pulita, in tempo reale, assicura l’assessore ai Servizi tecnologici Gianni Giagoni.
E’ il momento di lasciare via Roma per andare a casa, alla Fiera o a mangiare panini o in ristorante. Per i fedelissimi di Sant’Efisio, però, è appena l’inizio. Di strada da fare ce n’è ancora tanta. Via Sassari, viale la Playa, Villaggio Pescatori, Giorgino, alla chiesa ancora di Sant’Efisio. E’ il momento della sostituzione del cocchio e della vestizione del Santo con gli abiti da viaggio, perchè la città ormai è alle spalle. Le altre tappe storiche: messa a Su Loi, poi Villa d’Orri. E notte a Sarroch. Feste e messe sino al 4, poi il ritorno in città di notte: non ci saranno le migliaia di persone di tre giorni prima, ma attesa e commozione saranno, come al solito, grandissime.