Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nel reliquiario le ceneri di Efisio «Mi ha salvato»

Fonte: L'Unione Sarda
2 maggio 2011

L'ORAFO. Francesco Busonera

 Vedi la foto Né sassarino, né stampacino. Tuttavia Francesco Busonera, orafo di Villanova, aveva bene in mente l'orgoglio della Brigata Sassari e la devozione per il martire di Nora, mentre disegnava e forgiava nell'argento il reliquiario di Sant'Efisio. Oggi i resti del Santo sono in città. Custoditi nella cappella della Brigata Sassari, in una caserma di viale Poetto e incastonati nel “reliquiario del Busonera”, frutto di mesi di paziente e silenzioso lavoro per «una testimonianza» di fede verso quel santo che gli ha teso la mano in un momento di grande difficoltà.
L'INCIDENTE Ma per cogliere il senso profondo dell'iniziativa presentata avant'ieri, occorre tornare indietro a tre anni fa. Quando l'artigiano venne coinvolto in un incidente stradale che stava per costargli la vita: «fu in quel letto dell'ospedale», racconta Busonera, «che decisi di invocarmi al Santo. Ancora oggi subisco gravi conseguenze di quell'incidente, ma mi sono salvato grazie a lui. Lo venero e lo prego da sempre e questo reliquiario è un omaggio, un segno di devozione».
LE RELIQUIE L'idea di riportare le reliquie «di Efisio», come lo chiama l'artigiano, in città è di Busonera stesso. Sua la proposta, un anno fa, a don Gianmario Piga, cappellano della Monfenera, sede del 151° reggimento della Brigata Sassari, di riportare nell'Isola le ceneri del santo che da un millennio si trovavano a Pisa. Don Piga ha mosso i primi passi formali e si è rivolto a monsignor Giovanni Paolo Benotto, Arcivescovo Metropolita di Pisa. Il prelato toscano ha accettato e dall'agosto scorso le reliquie sono in città, alla Monfenera. E ci resteranno per sempre. Dentro il reliquiario d'argento di Busonera, dove campeggiano anche i Quattro Mori e la scritta “Fortza Paris”. «La Brigata Sassari rappresenta la Sardegna nel mondo», conclude l'orafo, «è guidata da valorosi comandanti ed è composta da grandi uomini. Spero che la presenza delle reliquie in una caserma possa infondere coraggio e fiducia ai militari che si recano in missione».
Ennio Neri