Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La tregua è finita: di nuovo in agitazione i dipendenti del Lirico

Fonte: L'Unione Sarda
2 maggio 2011

Lettera a soprintendente e cda

Vedi la foto Il flop (annunciato) di Marco Carta, la disaffezione degli abbonati (duecento tessere per il festival di Sant'Efisio) sfiduciati dopo mesi di immobilismo, il passivo in bilancio (sette milioni di euro ad aprile), l'annuncio del taglio di alcune voci agli stipendi, il perdurare dell'incertezza sul futuro. A meno di due mesi dalla sua nomina, il sovrintendente del teatro lirico Gennaro Di Benedetto incassa il primo stato di agitazione dei sindacati. Riuniti dopo le laceranti divisioni dei mesi scorsi, Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Snater, Css e Usb hanno constatato «il deludente risultato di questo avvio di gestione».
LA LETTERA Ed hanno scritto a sovrintendente, presidente e cda. Al primo chiedono di «sospendere tutte le iniziative non concertate, a render chiara la sua idea di gestione e fornire certezze di interventi sul piano gestionale». Ad Emilio Floris e al consiglio di amministrazione chiedono invece un intervento «affinché l'azienda sia condotta con trasparenza e nel rispetto dei ruoli» e sollecitano «un incontro per affrontare tutte le tematiche del teatro nella sua complessità».
I NODI I sindacati (ad eccezione del Libersind, che rappresenta gran parte degli orchestrali, che riceveranno un “gettone” di 250 euro per un esibizione in occasione dell'inaugurazione del Parco della musica) segnalano l'assenza di «iniziative sul risanamento del debito, di un piano programmatico, di un progetto di decentramento». Evidenziano inoltre «organici artistici sottodimensionati rispetto ai programmi in cartellone, mancanza di chiarezza in merito all'occupazione, mancato rispetto degli accordi sottoscritti» e denunciano «relazioni sindacali scorrette con scelte assunte in maniera unilaterale».
LE ACCUSE Cgil, Cisl, Uil, Cisal, Snater, Css e Usb pur consapevoli della situazione debitoria, non vedono «nessuna novità sulla pianificazione delle attività del teatro», anche alla luce dei recenti incrementi delle contribuzioni. «Vediamo invece una tendenza a ricercare esclusivamente nuove soluzioni per sottrarre risorse ai lavoratori tutti, stabili e precari, e un pericolosissimo atteggiamento di destabilizzazione della organizzazione del lavoro e dell'organigramma che causerà danni irreparabili. Siamo fortemente preoccupati per la mancanza di prospettive», concludono, «e per una gestione che sembra procedere a vista». (f.ma.)