Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lavori utili, da precari a dipendenti comunali

Fonte: La Nuova Sardegna
6 maggio 2008

La Regione chiede ai Comuni di stabilizzare entro l’estate 701 impiegati negli «Lsu»

Lavori utili, da precari a dipendenti comunali

Pronti cinque milioni per chiudere una fase storica ma non c’è il posto per tutti



Il reinserimento di ex cassintegrati e disoccupati di lunga durata è previsto dalla legge Finanziaria

ALFREDO FRANCHINI
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CAGLIARI. Il destino di 701 lavoratori, inquadrati come «Lsu», è nelle mani dei Comuni sardi. L’assessore Congera lo sa e si rivolge ai sindaci perché assumano quei lavoratori «socialmente utili» che, dopo tanti anni, rischiano di essere abbandonati.
Il regime di convenzionamento con lo Stato per questi lavoratori, che solo un anno fa erano 1.040, si è concluso ed entro la fine dell’anno la Regione vuole trovare una sistemazione definitiva per 701 lavoratori: a Cagliari 98 unità, a Carbonia Iglesias 250, nel Medio Campidano 69, a Nuoro 30, in Ogliastra 2, a Olbia Tempio 6, a Oristano 95, a Sassari 151.
La legge nazionale pone paletti rigidi ma la Regione, con la Finanziaria regionale, è pronta ad intervenire per coprire i costi dei Comuni per i primi due anni e il 75 per cento del costo nel triennio successivo. In caso contrario, il passaggio successivo, per altri lavoratori, potrebbe essere tragico: dai lavori utili alla disoccupazione.
I lavori socialmente utili erano stati istituiti come una delle «politiche attive del lavoro», basati sulla partecipazione ad iniziative di pubblica utilità lilimitate nel tempo e per soggetti particolarmente svantaggiati. In passato, gli Lsu sono stati gestiti da vari enti tra cui l’Insar che nacque con il compito di collocare i cassintegrati dell’ex Sir-Rumianca e si era poi trovata ad affrontare il nuovo problema occupazionale con la nascita delle società miste pubblico-private. Ai lavoratori espulsi dalle medie e grandi imprese, in cassa integrazione straordinaria e in mobilità, giunti al termine della durata massima dei sussidi, si spalancò la porta dei lavori utili di cui beneficiarono anche i giovani disoccupati di lunga durata. Naturalmente erano gruppi molti diversi per la composizione: gli ex cassintegrati superavano in media i quarant’anni ed erano scarsamente scolarizzati, spesso rappresentavano l’unica forma di reddito per le famiglie; i giovani disoccupati (e qui c’erano anche molte donne) avevano un livello di scolarizzazione superiore. Per tutti e due i gruppi, il dramma era rappresentato dalle scarsissime prospettive. Piano piano i lavori utili sono stati cancellati da tutte le regioni ma in Sardegna ne sono rimasti 1040 su cui però gravano i paletti imposti dall’ultima Finanziaria nazionale. L’assessore al Lavoro, Romina Congera, sta realizzando le misure previste per il sostegno al reddito degli Lsu. L’applicazione degli accordi per l’inserimento lavorativo per un anno dei dipendenti di Montefibre negli Enti locali ha aperto una strada anche per tutti gli altri. Per stabilizzare i precari degli Lsu la Regione ha ottenuto dal governo Prodi oltre cinque milioni di euro. «Dobbiamo togliere questi lavoratori dalla condizione di precarietà e dalle incertezze economiche», aveva commentato l’assessore Congera al momento della firma della convenzione con il governo, «alla fine del 2008, però, non dovrà più esistere in Sardegna la figura del lavoratore Lsu». Le risorse messe a disposizione dal ministero si aggiungono a quelle della Regione previste da un articolo della Finanziaria regionale 2008. I lavoratori degli «Lsu» dovrebbero essere assunti dai Comuni per i quali lavorano ma nelle pianta organiche non c’è posto per tutti. Fortunatamente si sono dette disponibili anche alcune Province e Asl.