Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Espropri, il conto si paga ora

Fonte: L'Unione Sarda
21 aprile 2011

Il Comune deve risarcire adesso alcuni interventi illegittimi degli anni '60 e '80

 S.Elia e Monte Urpinu: milioni di euro per le occupazioni Altro che fulmini a ciel sereno. Semmai, gli espropri di Tuvumannu e Sant'Elia, fatti negli anni '80 per realizzare due dei più importanti interventi di edilizia popolare di Cagliari, sono dei nuvoloni che si sono ingrossati col passare del tempo. E ora rovesciano all'improvviso quello che è stato accumulato negli anni, cioè milioni di euro di risarcimenti.
SANT'ELIA Per realizzare il quartiere ai piedi del promontorio di Sant'Elia il Comune occupò abusivamente 74 mila metri quadri di terreno su cui l'allora Iacp (l'istituto autonomo case popolari, ora trasformato nell'agenzia Area) e alcune cooperative costruirono più di 500 appartamenti. Quelle aree erano dei Monopoli di Stato che nel 2008, a oltre vent'anni di distanza, hanno firmato un accordo che ha messo fine a un lunghissimo contenzioso. In base quel documento, l'amministrazione statale ha avuto dal Municipio 8.100.000 euro. Una somma che ha creato non poche difficoltà al momento della chiusura del bilancio nel 2010.
MONTE URPINU E nel 2011, ecco il replay. A febbraio è stata notificata a Palazzo Bacaredda una sentenza che condanna l'amministrazione al pagamento di 6.975.000 euro a favore degli eredi della famiglia Halen-Sardagna, per l'occupazione abusiva di una grossa porzione di Monte Urpinu. Dove l'Esaf negli anni '60 realizzò i depositi idrici e un impianto di sollevamento-acque. La prima sentenza di condanna è del 1981: il Comune avrebbe dovuto pagare circa due miliardi di lire. Soldi che l'amministrazione non liquidò agli eredi di Louis Halen, uomo d'affari belga che aveva acquistato i terreni dalla famiglia Sanjust. E che ora, vent'anni dopo, si sono trasformati in quasi sette milioni di euro. Da pagare, dice la sentenza, «entro 120 giorni».
VIA CASTELLI E che dire di via Castelli? Nel 1980 il Comune espropriò circa 54 mila metri quadri per realizzare un intero rione popolare. I proprietari dei terreni, cioè i fratelli Giuseppe e Giorgio Sotgiu, fecero immediatamente ricorso al Tar. Che diede ragione ai proprietari, ma la procedura era già iniziata. Così l'amministrazione realizzò lo stesso i palazzi sul colle di Tuvumannu e venne condannata pochi anni dopo a un risarcimento di circa 80 miliardi di lire. Una cifra che manderebbe in bancarotta qualsiasi Comune. Ed è anche per questo che l'ex sindaco Mariano Delogu nel 2000 firmò l'Accordo di programma di Tuvixeddu. Quel documento attribuiva agli eredi Sotgiu un intero comparto dell'intervento edilizio, così da eliminare il maxi-indennizzo figlio degli anni Ottanta. Ma che ora, visto che l'Accordo ancora non è stato rispettato, potrebbe tornare a minacciare le casse comunali.
VIA SCANO In confronto, l'esproprio illegittimo di un piccolo terreno tra via Scano e via Pessina, anche questo fatto diversi decenni fa, non è nulla: l'amministrazione dovrà pagare un debito fuori bilancio di 150 mila euro per aver realizzato un'area verde. Per i giudici era un'occupazione abusiva. Anche questa.
Michele Ruffi