Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Occupa un terreno che non possiede, multa di 7 milioni

Fonte: La Nuova Sardegna
11 aprile 2011

 
 
L’area era stata usata per un impianto di sollevamento idrico 
 
CAGLIARI. Altri sette milioni peseranno sul già fragile bilancio del Comune. La Giunta dovrà fare infatti una delibera per un debito fuori bilancio di tale importo. «L’incidente» riguarda un esproprio errato, poi impugnato dai proprietari.
«Ancora una volta - sottolinea Ninni Depau, capo gruppo del Pd - ci troviamo di fronte a un avvenimento assurdo. L’amministrazione ha dimostrato di non essere in grado di programmare e così ci troviamo a dover affrontare un altro esborso molto impegnativo: oltre sette milioni di euro».
L’istanza di pagammento è arrivata dalla sentenza del tribunale superiore delle acque pubbliche, che ha stabilito che le aree (12.330 metri) non erano nel diritto del Comune e che questo ha abusato del loro utilizzo. In pratica vi dovrà essere il risarcimento con relativi interessi dalla data «dell’illecito», ovvero dell’occupazione del terreno da parte dell’amministrazione comunale.
La storia risale a diversi anni fa, ai primi anni Ottanta del secolo scorso quando in quei terreni vennero realizzate da parte del Municipio «opere di sollevamento, accumulo e collegamento della rete urbana per l’integrazione idropotabile» senza che fosse mai intervenuto alcun provvedimento «ablatorio» (quando l’interese pubblico permette di sacrificarne uno privato). Il che significa che l’amministrazione o aveva dimenticato di fare un simile provvedimento oppure pensava che il terreno fosse suo. La questione è burocraticamente complessa. Con sentenza depositata nel 1992 il tribunale della acqua pubbliche presso la corte d’appello di Cagliari condannava il comune al pagamento di sei miliardi e 323 milioni. Poi la questione è continuato con una serie di ricorsi e contro ricorsi. Una parte dell’area era stata occupata e una parte era stata resa del tutto intulizzabile.
Il danno iniziale era di un miliardo, ma nel 1992 era già di sei miliardi. E a oggi siamo arrivati a sette milioni di euro. Infatti allora, come accennato, il Comune ha preferito fare ricorso, perdendo. Nello stesso tempo, però, il tempo trascorso ha fatto maturare gli interessi sinchè si è arrivati all’oggi.
Nel 2008 e dopo essere stati richiesti ulteriori chiarimenti da parte del tribunale, la questione è proseguta sino al al 2009. Intanto le carte da bollo hanno continuato a viaggiare (e anche gli interessi) sinchè si è arrivati al 2010. Infine si è andati dal miliardo e 68mila dell’81 ai sette milioni di oggi con una moltiplicazione esponenziale. A questo punto la giunta dovrà emettere la delibera.
«Il problema è che ci troviamo di fronte a una questione che si ripete di continuo - precisa Depau - noi sappiamo che i contenziosi sono tanti. Mentre la Giunta non ne ha mai tenuto conto e questo significa che non c’è una programmazione nei residui passivi. In questo caso, ad esempio, l’esesecutivo aveva previsto solo un milione e 200mila. Invece siamno a sette milioni». (r.p.)