Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Schiaffo all'Isola, decisione scandalosa»

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2011

INTERROGAZIONE DEI DEPUTATI PD: «IMPOSIZIONI CALATE DALL'ALTO». CICU (PDL): «È UNA SCELTA SBAGLIATA»

 Fadda

 «Uno schiaffo alla Sardegna, una decisione scandalosa». I deputati sardi del Pd prendono posizione sulla scelta del Governo di trasferire i migranti tunisini alle porte di Cagliari. In un'interrogazione indirizzata a Palazzo Chigi - primo firmatario Paolo Fadda - i parlamentari parlano di «ennesima imposizione calata dall'alto», senza il parere della Regione e del Comune, che dimostra il totale disprezzo per le comunità locali». I deputati del Pd (con Fadda ci sono Giulio Calvisi, Siro Marrocu, Amalia Schirru, Guido Melis e Caterina Pes) non mettono in dubbio la solidarietà «con gli immigrati e i profughi che fuggono da zone di guerra» perché «l'accoglienza è importante» ma «non è possibile che ogni volta il Governo nazionale delegittimi i Comuni e la Sardegna».
CICU: «SCELTA SBAGLIATA» «La scelta dell'ex caserma dell'Aeronautica è sbagliata sia nel metodo che nel merito». È quanto sostiene il deputato sardo del Pdl Salvatore Cicu. «Le autorità locali sarde, in primis Regione e Comune, non sono state interpellate, ma avvisate a decisione avvenuta». Inoltre, «l'ex caserma è in prossimità di una zona cittadina densamente abitata e la struttura non è nelle condizioni di poter ospitare un numero così elevato di persone».
FANTOLA PROTESTA «Fuori discussione la solidarietà verso gli immigrati, ma è incomprensibile la scelta di concentrare solo a Cagliari un così alto numero di profughi». Lo dice Massimo Fantola, candidato sindaco del capoluogo per il centrodestra. «Pretendiamo sicurezza, sia per gli abitanti del quartiere, sia per tutti i cagliaritani sia per gli stessi immigrati». E «non è accettabile che i profughi siano ospitati solo a Cagliari e non nel resto della Sardegna».
INTERROGAZIONE A CAPPELLACCI «Uno schiaffo alla Regione e a Cagliari». Il consigliere regionale del Pd Cesare Moriconi ha presentato un'interrogazione al presidente della Regione Cappellacci, assieme al collega Giuseppe Cuccu. «Tenendo ben fermo il dovere alla solidarietà, chiediamo al presidente di far sentire ancora di più la sua voce per protestare contro una decisione scandalosa».
ESPA: «DELEGHIZZIAMOCI» Sceglie un'altra lettura il consigliere regionale del Pd Marco Espa: «È l'occasione per la Sardegna e per i sardi di deleghizzarsi dalla paura dello straniero che non appartiene alla cultura dell'Isola». È quindi «l'occasione per mobilitarci e dare accoglienza a persone in fuga, in cerca di una vita migliore. Essere orgogliosamente sardi vuol dire anche essere solidali».
BOMBA UMANITARIA Il coordinatore regionale di Sel Michele Piras teme che l'azione del Governo possa «determinare le precondizioni di una potenziale bomba umanitaria» e ricorda che «700 profughi vengono ammassati in una struttura all'interno della città, a ridosso di una strada ad alta frequenza di traffico». E non c'è «un piano di assistenza».
MOZIONE DELL'IDV I consiglieri regionali dell'Idv Adriano Salis, Daniele Secondo Cocco e Giannetto Mariani hanno presentato una mozione in Consiglio regionale, chiedendo al governatore Cappellacci di «organizzare, in collaborazione con il Governo nazionale, un piano dettagliato di assistenza umanitaria e di accoglienza in strutture idonee, con lo scopo di conciliare il dovere di assistenza e solidarietà con la tutela del diritto del popolo sardo a vivere in un territorio tranquillo e ordinato».
LA DESTRA Per Antonio Piu, segretario sardo della Destra, «di fronte all'ipotesi che la Sardegna venga invasa da un'ondata migratoria senza precedenti proveniente dalla Tunisia, non rimane altro che prepararsi a respingere chiunque voglia approfittare della situazione in cui imperversa la popolazione libica vittima della guerra».
CONFEDERAZIONE SINDACALE La Confederazione sindacale sarda si allinea con l'Anci Sardegna, «ribadendo il rifiuto delle tendopoli e delle megastrutture dove concentrare centinaia di migranti e di profughi» Sono centri, osserva il segretario Giacomo Meloni, «che finiscono per rivelarsi veri e propri campi di concentramento”, difficili da gestire, costosissimi e pericolosi».