Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Per i clandestini Regioni scavalcate»

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2011

Cappellacci e La Spisa al Viminale: no a decisioni non condivise  
 

ROMA Dopo le proteste delle Regioni scavalcate dal Viminale per svuotare Lampedusa e sistemare i 20 mila tunisini in tendopoli ed ex caserme, il governo cerca di ricucire lo strappo. Riscrive l'accordo (non mantenuto) del 30 marzo e vara un piano condiviso a conclusione della cabina di regia di ieri sera a Palazzo Chigi. Non senza i mugugni, per non dire le critiche più o meno aperte, di molti presidenti. E della Sardegna che col governatore Cappellacci e il vicepresidente La Spisa avevano subito manifestato critiche per l'invio dei primi 700 tunisini a Cagliari senza alcun avviso: «Abbiamo chiesto al ministro Maroni il rispetto degli accordi firmati sui profughi», ribadisce Cappellacci.
NUOVO PIANO Tre i punti principali concordati per affrontare l'emergenza clandestini: 1. oggi il decreto legge per concedere i permessi temporali a circa 20 mila tunisini, con l'esclusione di chi ha precedenti penali; 2. gestione del piano attraverso il sistema della Protezione civile nazionale e regionale con adeguati finanziamenti; 3. niente tendopoli e spalmare equamente i clandestini su tutto il territorio, cosa che sino a ieri non era stata fatta lasciando fuori le regioni settentrionali. Stamane il ministro dell'Interno Maroni riferirà prima alla Camera e poi al Senato gli indirizzi del governo alla luce della convulsa giornata di ieri che ha visto prima la conferenza dei presidenti delle Regioni e poi il confronto col governo nella riunione della cabina di regia nazionale.
LA SPISA A rappresentare la Sardegna il vicepresidente Giorgio La Spisa che segue con delega l'emergenza immigrati. Diplomatico, ma non reticente poco prima della conferenza con i colleghi delle altre Regioni: «Inutile nasconderlo», dice: «Le comunicazioni sono arrivate a cose fatte». In pratica il prefetto ha portato avanti le decisioni del Viminale senza sentire il parere della Regione che ha saputo della nave carica di 700 tunisini quando già era in navigazione verso Cagliari. «Il Viminale ha gestito tutto, saltando anche la Protezione civile. Sono state stravolte ogni previsione e forma di condivisione», aggiunge. In serata esce da Palazzo Chigi più sereno: il governo sembra aver recepito le proteste che non sono solo dei sardi, ma di molte regioni. «Hanno accolto le nostre richieste, in particolare di condividere il piano regione per regione con criteri di uguaglianza». In sostanza i 20 mila devono essere distribuiti sul territorio al sud come al nord in strutture adeguate, tenendo fermo lo spirito umanitario e di solidarietà, ma anche le realtà locali.
NO A TENDOPOLI Bocciate da tutti le tendopoli, si punta - annuncia il ministro della Difesa Ignazio La Russa - a utilizzare ex caserme militari. Passa poi la proposta di far valere l'articolo 20 del testo unico sull'immigrazione che prevede la concessione di permessi di soggiorno temporanei (sei mesi) a 20 mila tunisini, cioè a tutti quelli sbarcati sinora a Lampedusa con riguardo ai minori e con l'esclusione dei pregiudicati. Il vero problema sarà di sostenere questa iniziativa a livello diplomatico perché da solo il permesso non basta per lasciare l'Italia e dirigersi in altri paesi dell'area Schengen. Occorrono accordi bilaterali o l'intervento della Commissione europea. Ma la Francia è già sul piede di guerra, decisa a respingere i tunisini al confine.
TUNISI Ma molto dipenderà dal governo tunisino e dalla capacità di rispettare l'accordo firmato martedì con Maroni. «Tunisi ha promesso che fermerà le partenze e accetterà i rimpatri, ma occorre tempo per approntare il controllo delle coste», avvisa Berlusconi.
I leghisti puntellano l'ottimismo del governo su una situazione in ostaggio di un altro paese: «Speriamo che i tunisini mantengano la parola» afferma Bossi: «Siamo costretti a fidarci di loro».
REGIONI Pieno sostegno dal governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, che esprime totale vicinanza all'azione dell'esecutivo, ma chiede «l'espulsione immediata di clandestini che commettano azioni criminali». Niki Vendola, governatore della Puglia che si trova a gestire la tendopoli di Manduria, ribadisce il no al modello militare. «Le Regioni - dice - sono disponibili a mettere a disposizione strutture di impatto morbido, per piccoli numeri, l'esatto contrario delle tendopoli».