Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Diciottomila studenti una ricchezza non valorizzata

Fonte: La Nuova Sardegna
4 aprile 2011





Gli universitari danno molto alla città ma ricevono poco

CAGLIARI. Il futuro sindaco di Cagliari, se vorrà dare una svolta alla politica comunale, dovrà occuparsi anche di quel dieci per cento di abitanti politicamente invisibili, gli studenti fuori-sede. Si tratta di persone che abitano in case senza riscaldamento, nè elettrodomestici e mobilio adeguato, e senza contratto, ma con le loro spese sostentano botteghe, negozi, bar, locali e copisterie. Eppure non hanno alcuna voce in capitolo nel governo del Comune.
Queste “presenze” vivono tra i banchi delle università e delle biblioteche cagliaritane e cercano faticosamente di far sentire la loro voce. Tra queste c’è «Unica 2.0», il comitato studentesco più rappresentativo della realtà universitaria dei fuori-sede che, tra le altre cose, non possono esprimere il loro voto alle amministrative. Si tratta di un gruppo politico disomogeneo che ancora non si è espresso ufficialmente sull’appoggio ad un eventuale candidato sindaco. Ma Enrico Lallai, il coordinatore del comitato, afferma che «il futuro sindaco dovrà riuscire a sanare le storture amministrative che rendono la vita degli studenti - soprattutto dei fuori-sede - complicata e antieconomica». Le politiche relative agli studenti, a detta del coordinatore «sono state bruscamente tralasciate dagli ultimi rappresentanti e già dai tempi del sindaco Mariano Delogu è mancata una vera programmazione». A Cagliari ad esempio non si è ancora deciso se costruire un campus localizzato in un posto preciso, oppure una struttura diffusa sull’intera area urbana, cosa che aiuterebbe a rivitalizzare interi quartieri, sia dal punto di vista sociale che da quello economico.
Il tessuto urbano è composto anche dai famosi negozi «di vicinato», che lottano (anche con successo) contro la concorrenza dei grandi centri commerciali proprio grazie alla presenza degli studenti. Per quanto riguarda i trasporti, pare che la metropolitana leggera arriverà fino alla cittadella di Monserrato e questo è un buon segno. Secondo gli studenti il trasporto pubblico funziona, ma le strade sono spesso intasate dagli ingorghi e i costi sono alti. In città inoltre i bus hanno orari in controtendenza rispetto alle altre città europee. Dopo le 23,30 diventa difficile tornare a casa, l’ultimo pullman per la casa dello studente di Mulinu Becciu arriva alle 23,20. Quindi lo studente: o torna a casa a mezzanotte o investe 10-20 euro per un taxi. Mentre una adeguata programmazione servirebbe appunto per superare tutti questi problemi.
L’università è una ricchezza. Stando alle dichiarazioni del rettore di Torino, che afferma che «gli studenti fuori-sede nell’ultimo anno, hanno portato alla città un indotto economico di 2 miliardi di euro», si può valutare che anche per Cagliari la cifra sia considerevole. In città si contano 34.000 studenti, di cui 18.000 fuori sede, più del 10 per cento dei residenti.