Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Pista di pattinaggio, gare di slalomtra bottiglie e rifiuti

Fonte: L'Unione Sarda
4 aprile 2011

MONTE MIXI


VIA ROCKEFELLER. Proteste

 Vedi la foto Se lo slalom tra i rifiuti fosse una disciplina olimpica, i pattinatori cagliaritani si aggiudicherebbero la medaglia d'oro. In gara non avrebbero rivali perché, a differenza degli altri pattinatori, loro sono ormai super abituati ad allenarsi in una pista ridotta a una pattumiera a cielo aperto. La pista è quella di via Rockefeller (l'unica in città a disposizione degli amanti delle rotelle) e il problema non è nuovo. Sono anni, infatti, che i pattinatori si lamentano per il degrado. Eppure la situazione non è migliorata. Vedere per credere.
DEGRADO Le recinzioni sono sfondate e chiunque può accedere in qualsiasi ora del giorno e della notte scavalcando un muretto di cemento alto trenta centimetri. I custodi non ci sono o se ci sono non si vedono. Le ringhiere gialle sono arrugginite e la pista è pulita soltanto quando i genitori dei ragazzi arrivano molto prima dell'orario di allenamento dei loro figli-pattinatori per pulire la pista. Anche ieri, domenica, si poteva “ammirare” un'infinità di cocci di vetro, ma anche assi di legno dimenticate dagli amanti dello skate-board notturno e perfino vecchi pneumatici.
LE GRADINATE Uno scenario che diventa ancor più desolante sotto le gradinate riservate al pubblico e tra le “colline” di cemento della pista per lo skate acrobatico. Ci sono anche siringhe, ma ciò che lascia a bocca aperta è l'enorme quantità di bottiglie di plastica e cartacce. Vere e proprie montagne di rifiuti che testimoniano una latitanza (probabilmente decennale) da parte degli spazzini. Cosa ne pensano i fruitori della struttura? «Uno schifo», commenta Filippo Pernice, padre di una pattinatrice di 7 anni, «mia figlia adora il pattinaggio artistico e per tre volte alla settimana la porto in via Rockefeller. Alternative non ce ne sono, purtroppo. La pista è in condizioni pietose e ogni volta dobbiamo arrivare prima per ripulirla almeno un po'».
GLI ATLETI Il problema sono i vandali. «Arrivano nel cuore della notte», riferisce Pernice, «scavalcano il muretto di cemento e devastano l'impianto abbandonando lungo la pista cicche e bottiglie di birra. Una situazione inaccettabile a cui nessuno ha mai posto rimedio in oltre vent'anni di vita della struttura». «Sulla pista di via Rockefeller girano anche gli agonisti», ricorda Paola Mereu, vicepresidente del gruppo sportivo “Life”, «la nostra associazione è attiva dal 1989 ma ce n'è anche un'altra, l'Accademia rotellistica, che esiste da prima. Paghiamo un affitto al Comune di 500 euro mensili che include anche l'uso del Pallone bianco di Italia 90 (la tensostruttura dietro la tribuna stampa dello stadio Sant'Elia). Gli atleti sono un centinaio e ogni giorno devono fare i conti con una pista che non è in sicurezza, rischiando seriamente di farsi male. Ci auguriamo che qualcuno intervenga, perché andare avanti così non è più possibile».
PAOLO LOCHE