Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia in D, il quartiere in delirio

Fonte: L'Unione Sarda
28 marzo 2011

Migliaia di persone, vip e politici compresi, festeggiano la promozione della squadra

Festa negli spogliatoi: un gavettone di birra sul sindaco Floris

L'ideale tappo di champagne vola alle 16,46: è l'ora nella quale il gol del centrocampista argentino Hugo Bergese rende matematica la promozione del Progetto Sant'Elia. Per i cronisti sportivi e per gli annali è il 41' del primo tempo. Per i tifosi è solo il momento di fare festa in tribuna. O, per meglio dire, nelle tribune: quella vip sopra gli spogliatoi, quella coperta, quella che è stata costruita in occasione della partita con la Torres. E anche due curve estemporanea, la Del Favero (cioè i tifosi che sono affacciati dal palazzone che porta quel nome), e la Ferrara (i supporter che hanno parcheggiato l'auto in via Ferrara e seguono la partita dalle recinzioni).
I PRESENTI Il momento del delirio per un quartiere che, certo, non vede nella promozione della squadra il riscatto (per questo, purtroppo, serve ben altro). Ma, di sicuro, almeno per un giorno, Sant'Elia diventa il centro della città. Non è un caso se sparsi qua e là ci sono tanti volti noti. Qualcuno vede l'ex difensore del Cagliari Diego Lopez, qualche altro riconosce l'attuale fantasista Andrea Cossu. Personaggi che non cercano i riflettori. Molto più facile vedere politici in piena campagna elettorale: strette di mano, saluti calorosi, consegna di santini. Insomma, il solito armamentario. Da queste parti, il vernacolo campidanese è, fortunatamente, la prima lingua. « Immoi deppeus abettai atrus cinc'annus po dus biri torra » (dobbiamo aspettare altri cinque anni per vederli di nuovo).
LA POLITICA Tutti piazzati, quasi strategicamente, in ogni zona delle tribune. Sant'Elia è uno storico bacino elettorale per il centrodestra. Non a caso, si fa vedere anche Giorgio Oppi, uno dei pezzi da novanta della maggioranza alla Regione. Mentre Massimo Zedda, il candidato sindaco del centrosinistra, ha scelto di evitare la passerella sportiva, il suo avversario, Massimo Fantola, segue la partita dalla tribuna stampa.
IL GAVETTONE Ma quello che si cala meglio nel ruolo di tifoso è il sindaco Emilio Floris, “scortato” da vicino dall'assessore alla Pianificazione dei servizi Gianni Giagoni («Non mi candido e non faccio neanche più l'assessore: arrivano sempre e solo critiche», annuncia). Il primo cittadino si apposta proprio a ridosso della rete di recinzione. E proprio come un tifoso qualunque, entra negli spogliatoi appena la partita finisce. Scelta “strategicamente” sbagliata: fa capolino, insieme al presidente della società Franco Cardia. I giocatori non lo riconoscono (o fanno finta di non riconoscerlo). E il sindaco si becca un gavettone a base di birra.
I TIFOSI Ma la festa è solo dei tifosi, quelli che seguono da anni il Progetto Sant'Elia. I “Furiosi”, gli ultras del Cagliari cacciati dallo stadio Sant'Elia dai rivali “Sconvolts”. Seguono la partita intonando i cori che, un tempo, facevano per i rossoblù, senza disdegnare i ritornelli di scherno nei confronti dei sassaresi. Dall'altra parte del campo, invece, ci sono i percussionisti della rantantira casteddaia : abbandonati i costumi carnevaleschi, indossano una divisa rossoblù e, prima della gara, propongono ritmi carnascialeschi. E li replicano a fine gara quando palloncini bianchi e azzurri portano verso il cielo una grande lettera “D”. La festa, il delirio: come fanno i loro colleghi più famosi, anche i giocatori del Sant'Elia restano in mutande. Solo che a ottenere maglie e pantaloncini non sono anonimi tifosi ma fidanzate e parenti.
I GIOCATORI D'altronde, i veri protagonisti sono proprio loro, quei ragazzi che, a inizio campionato, erano seguiti solo da pochi intimi. La partita ha scritto storie quasi strappalacrime. Come quella del fedelissimo (25 anni di sport spesi a Sant'Elia) Andrea Loi: reduce da un infortunio serio, riesce a risentire il profumo del campo proprio in questa occasione. È uno tra i più scatenati nella festa dentro gli spogliatoi. Forse, nel delirio generale, l'unico a non divertirsi è Alessandro Cherchi. “Ho visto un sassarese con mille lire in mano”, cantano i giocatori. Peccato che lui sia nato nel Capo di Sopra e abbia anche indossato la fascia di capitano della Torres.
LA FESTA I cori, i gavettoni, le risate proseguono a lungo mentre i tifosi pian piano se ne vanno. La squadra resta e va nella club house. Il pranzo diventa un altro momento di festa. Ma le celebrazioni ufficiali sono rimandate. «Voglio fare un regalo ai giocatori», dice il presidente Cardia. Lui li vorrebbe mandare in viaggio, loro preferiscono denaro. Il quartiere sarà coinvolto fra tre settimane, dopo l'ultimo turno di campionato. La società affitterà un pullman scoperto che farà il giro di Sant'Elia portando i giocatori in trionfo. Cardia starà già pensando al futuro. «Questo quartiere merita altre soddisfazioni, non voglio fare un campionato di serie D anonimo».
MARCELLO COCCO

 

Altre due società cittadine sono arrivate ai tornei interregionali
Sulle orme di La Palma e Atletico Sirio
Non lo dice, non lo dirà mai. Ma è chiaro a tutti che il presidente del Progetto Sant'Elia Franco Cardia ha un sogno: importare in Sardegna il “modello Chievo”. Cioè, avere una squadra di quartiere che rivaleggia con quella che porta il nome della città. Non è il primo ad aver tentato questa avventura: il 3 maggio 1987, battendo il Pirri, il La Palma ottenne la promozione in serie D. In realtà, la squadra del quartiere che confina proprio con Sant'Elia fece anche meglio. Nel giro di due anni, conquistò la promozione in serie C2. E, dopo un avvio stentato, riuscì a anche a raggiungere la salvezza. Peccato che i dirigenti (la famiglia Vargiu subentrò a Fiore Verderame) fecero il passo più lungo della gamba: quella società fallì e il La Palma dovette ricominciare dai campionati minori.
In realtà, anche un altro quartiere ha assaggiato il sapore dei tornei interregionali: nel 96-97, conquistò la serie D l'Atletico Sirio. La società del presidente Tonino Orrù, però, non aveva radici certe, essendo la fusione dell'Atletico Cagliari (legata al quartiere di Sant'Avendrace) con la Sirio, la storica squadra del Cep. ( mar.co. )