Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, il Ministero smentisce il Comune

Fonte: La Nuova Sardegna
25 marzo 2011



Variante sconosciuta agli uffici e comunque non condivisa




CAGLIARI. E’ arrivata la verità sulla delibera di giunta con la quale l’amministrazione Floris ha approvato la proposta di variante firmata da Coimpresa per il piano Tuvixeddu: non solo la Direzione regionale dei beni culturali non condivide la proposta, ma neppure la conosce. A scriverlo è la dirigente Maria Assunta Lorrai in una nota inviata al sindaco il 23 marzo e riportata in sintesi nel sito del Ministero. Se quanto la dirigente statale è vero qualcuno ha barato, perchè nella delibera votata dalla giunta risulta che «le soluzioni proposte sono state condivise con le parti istituzionali, Mibac e assessorato regionale agli enti locali e urbanistica». Una condivisione indispensabile per andare avanti sulla strada della rimodulazione del piano, peraltro ormai bloccato dai giudici amministrativi. Se c’è stato un falso è un problema che riguarda la Procura della Repubblica, di certo la delibera è stata approvata e portata in consiglio comunale il giorno dopo che la Lorrai ha inviato al sindaco la smentita. Risultato: il numero legale dei consiglieri è mancato d’improvviso. Ora si tratterà di attendere la prossima puntata di questo mistero buffo, con un dato da non dimenticare: l’accordo Comune-Coimpresa era stato annunciato davanti al Tar all’udienza in cui si doveva trattare il ricorso sul vincolo imposto dalla Sovrintendenza sull’area del canyon. E’ sulla base di quel presunto accordo che i legali del Comune hanno chiesto e ottenuto il rinvio dell’udienza, poi il contenuto è diventato pubblico con l’uscita della delibera. Solo che nel frattempo è accaduta qualcosa di sostanziale: il Consiglio di Stato ha giudicato legittima la perimetrazione dell’area vincolata su Tuvixeddu-Tuvumannu imposta dall’amministrazione Soru col piano paesaggistico. I giudici di palazzo Spada hanno anche confermato che dal 2000 ad oggi sono emersi nuovi ritrovamenti archeologici e che quindi non si potrà costruire alcunchè di nuovo in un’area complessiva di cinquanta ettari. E’ vero che i legali di Coimpresa sostengono il contrario, ma ora la Direzione regionale precisa che «nessun incontro o confronto è intervenuto con le amministrazioni competenti successivamente alla recente sentenza del Consiglio di Stato». E la Lorrai spiega comunque di «non condividere l’assunto secondo il quale nell’area trovano applicazione le prescrizioni di cui all’articolo 49 delle note tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale nel rispetto di quanto disposto all’articolo 15». Come dire: il vincolo non può essere violato. (m.l)