Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Zedda, l’impegno di un figlio d’arte

Fonte: La Nuova Sardegna
24 marzo 2011



Dalle cene con Giorgio Napolitano alla vittoria su Antonello Cabras



Mi sono iscritto ai Ds su consiglio di un caro amico, mio padre non ha mai forzato le mie scelte

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. L’aspetto gli concede meno dei suoi 35 anni. Il viso di Massimo Zedda, il candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra, è quello del bravo ragazzo che, però, non accetta posizioni di deferenza. E che quando ha vinto le primaria contro il senatore del Pd Antonello Cabras, considerato imbattibile, ha subito ri-pensato «ora tocca a noi».
«Ri-pensato» in quanto «ora tocca a noi» è anche lo slogan iniziale della sua campagna elettorale. Figlio d’arte (il padre Paolo è stato dirigente regionale del Pci) Massimo Zedda non è stato spinto dal genitore all’impegno politico. Pur cresciuto tra pane e politica («quando ero ragazzo a casa nostra è venuto a cena anche Giorgio Napolitano, mio padre era amendoliano - l’ala considerata più moderata nel Pci - ndr), Zedda ha deciso di iscriversi «ai Ds su invito di Alessio, un caro amico, non su sollecitazione di mio padre, che non ha mai cercato di forzare le mie scelte».
Con la maturità classica (conseguita al Siotto), il candidato a sindaco si è iscritto in Giurisprudenza «ma non mi sono laureato, anche se mi mancavano pochi esami». Un po’ per esigenze di lavoro, un po’ per quelle politiche, il giovane Massimo ha preferito altre strade. «Di impieghi - racconta - ne ho svolti diversi, ma sempre come assunto a tempo determinato o con contratti atipici (cococo e cocopro)». A vent’anni era al teatro delle saline, prima come attore poi nel settore della pubblicità; poi in un ristorante, alla cassa e in sala; infine al Comune, nelle segreterie dei gruppi consiliari.
In parallelo il suo impegno politico è continuato, anche come segretario giovanile della sinistra giovanile. Sinchè nel 2009 alle elezioni comunali Zedda è stato eletto come consigliere comunale nei Ds. Aveva 29 anni ed era il più giovane dell’assemblea municipale. Nel centrosinistra è sempre stato il meno anziano, anche come consigliere regionale (entrato nel 2009 con «La sinistra democratica», a cui era passato nel momento della formazione del Pd) e oggi pure come candidato a sindaco per Cagliari.
L’idea della politica, per Zedda, è sempre stata legata all’impegno personale, più che alle ideologie. Ed è anche per questo che è appassionato di biografie. «Le ultime che ho letto - informa - sono state quella di Benedetta Tobagi Come mi batte forte il tuo cuore e quella scritta da Umberto Ambrosoli sul padre Giorgio. Uomo, quest’ultimo, importante esempio per il suo impegno verso lo Stato. Ma ho molto apprezzato anche qualla di Peppino Fiori su Ernesto Rossi». E dei classici del pensiero della sinistra? «Quelle su Friedrich Engels, più che su Karl Marx. Il primo era un personaggio complesso: un industriale tessile studioso attento del mondo del lavoro».
«Pane e politica», si è detto, sono stati i companatici più praticati da Zedda durante i suoi 35 anni, con anche qualche «ferita» personale. Poco dopo le primarie, infatti, la sua fidanzata lo ha lasciato. Zedda preferirebbe soprassedere, ma chi lo conosce parla di un eccesso di impegno politico, non ideale per la vita privata. Il suo principale avversario, Massimo Fantola (che corre per la coalizione del centrodestra), ha 28 anni in più del Massimo del centrosinistra. Ma i due si frequentano da anni. «Conosco soprattutto le figlie - spiega Zedda - sono state mie compagne di scuola al liceo». E ora, essere avversario (politico) del padre, che impressione fa? «Per quel che mi riguarda si tratta di un confronto corretto, ma fermo. Abbiamo un programma diverso e io non nascondo quello che contesto del suo programma». Ma se Massimo Zedda dovesse uscire vincitore dalle urne, che cosa direbbe all’altro Massimo? «Che la città ha bisogno dell’opposizione, che è necessario l’impegno di tutti, al di là delle posizioni politiche: perchè tutti abbiamo a cuore Cagliari».
Giovane e impegnato, che ama la lettura e lo stare assieme agli altri, per Zedda come sono gli altri giovani? «Non condivido affatto il giudizio negativo che alcuni danno. Forse confondono l’impegno nei partiti con l’impegno politico. Inoltre bisognerebbe chiarire che cosa si intende per impegno politico. Io vedo tantissime persone con molta voglia di partecipare: nell’università, nel volontariato, nella cultura (come dimostra Marina café noir), nell’ambiente, negli animalisti, nel carcere e in diversi altri settori. Per la mia esperienza posso dire che i giovani vogliono impegnarsi, di mettersi a disposizione degli altri e soprattutto dei più deboli».
Sul volontario, Zedda basa molto anche la sua campagna elettorale. Nel suo sito vi sono le istruzioni per chi vuole impegnarsi e pure per chi vuole contribuire (economicamente) alla sua campagna elettorale. «Tutti i finanziamenti saranno resi pubblici - spiega - la trasparenza è determinante». Intanto il candidato a sindaco continua «a fare il consigliere comunale e regionale: i ruoli per i quali sono stato eletto. Ed è mio dovere continuare a esserci, anche se candidato a sindaco».