Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Porto a secco, l'ira dei pescatori

Fonte: L'Unione Sarda
24 marzo 2011

SANT'ELIA. Fondale ridotto a venti centimetri, operatori costretti a sollevare le barche

 

«Il Comune mandi un escavatore, rischiamo l'inattività»


Vedi la foto Barche dei pescatori in secca a Sant'Elia. Il porticciolo di via dei Navigatori non ha quasi più pescaggio a causa dell'avanzare della sabbia che ha ridotto ormai il livello dell'acqua a pochi centimetri. Le mareggiate che hanno imperversato sulla costa sud dell'Isola tra l'11 e il 15 marzo hanno modificato il fondale all'imboccatura del porticciolo, col risultato che le barche non possono più entrare e uscire.
PESCATORI DISPERATI I trenta pescatori del rione che quotidianamente utilizzano l'approdo per andare a guadagnarsi il pane tra le onde sono stati costretti ad armarsi di vanghe nel disperato tentativo di togliere via un po' di sabbia dal fondo, ma l'operazione non ha dato l'esito sperato. «È una battaglia persa, ormai la profondità dell'acqua è di appena venti centimetri», riferisce sconsolato il portavoce dei pescatori, Orlando Masala, «e la situazione peggiora quando c'è bassa marea. Nel primo pomeriggio, ad esempio, l'imboccatura del porticciolo si secca quasi completamente e per andare a pescare siamo costretti a sollevare le barche o a spingerle a piedi nel canale. Al ritorno, invece, le dobbiamo tirare all'interno agganciandole coi cavi d'acciaio alle nostre automobili parcheggiate sulla banchina».
APPELLO AL COMUNE «Lanciamo un appello al Comune e alla Regione», riprende Masala, «affinché ci diano una mano d'aiuto perché così non possiamo più andare avanti. Nel canale serve un intervento urgente degli escavatori, per fare in modo che la profondità torni ad essere accettabile». I pescatori che utilizzano il porticciolo escono in media due volte al giorno: di mattina tra le 6,30 e le 9 e di sera tra le 16 e le 17,30. Tra loro ci sono anche Benvenuto Piredda e il figlio Fabio, entrambi residenti nel borgo. «Prima c'erano 70-80 centimetri d'acqua», ricordano. «Ora, invece, l'imboccatura del porticciolo è quasi all'asciutto. A furia di spingere le nostre barche sulla sabbia le stiamo rovinando perché l'attrito gratta via la vetroresina e danneggia la chiglia».
RISCHIAMO LO STOP La situazione sta peggiorando giorno dopo giorno, nel senso che il livello della sabbia è in costante aumento. «Stiamo rischiando di non poter più uscire a gettare le nostre reti», evidenzia ancora Fabio Piredda, «il che significherebbe morire di fame perché se non possiamo pescare siamo finiti». Forte preoccupazione, quindi, ma anche tanta rabbia. «Sono più di quarant'anni, ormai, che si parla di riqualificazione del nostro porticciolo», polemizza Orlando Masala, «ma non è mai stato fatto niente».
PAOLO LOCHE