Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Elezioni, la sfida dei manifesti

Fonte: L'Unione Sarda
21 marzo 2011

In città compaiono i primi “sei per tre” dei candidati sindaci e di due aspiranti consiglieri comunali

 

L'esperto: «Ma i voti si prendono in altro modo»

Per ora sono quattro, due candidati sindaci e due aspiranti consiglieri comunali, equamente divisi tra centrodestra e centrosinistra e uniti dalla strategia di propaganda elettorale. Quasi sincronizzati («sapevo che gli altri stavano si stavano preparando e ho aspettato la loro mossa», confida uno) Massimo Fantola, Massimo Zedda, Anselmo Piras e Claudio Cugusi hanno aperto la sfida dei manifesti “sei per tre”, tappezzando i cartelloni pubblicitari della città con i loro volti e, in qualche caso, con un antipasto di programma. In via Cadello, come in una piccola tribuna politica su strada, sono uno affianco all'altro e propongono i loro slogan nell'arco di trenta metri.
FANTOLA Massimo Fantola ha scelto un messaggio diretto dove elenca i punti cardine della «Cagliari per tutti» che vorrebbe: grandi eventi, spettacoli, olimpiadi estive, «perché chiunque possa praticare lo sport e possa divertirsi». Spiega Fantola: «I manifesti servono per esprimere la mia passione per la città, accompagnata da una serie di prospettive future, alcune a lunga scadenza e alcune immediate». La campagna elettorale sarà finanziata in gran parte da una cena in programma per venerdì prossimo (quota da 50 euro a testa) alla quale «spero che venga un migliaio di persone».
ZEDDA Massimo Zedda si è affidato «ad alcuni amici sardi emigrati» per studiare la strategia di comunicazione. Il manifesto: «Ora tocca a tutte le Cagliari che ci sono», verrà seguito da altri nei prossimi giorni. Quando sarà on line anche il nuovo sito internet. I soldi per pagare la campagna? «Per ora è tutto è anticipato da me, anche se farò una sottoscrizione diffusa per avere tanti piccoli finanziatori», dice Zedda.
CUGUSI Il consigliere uscente del Pd Claudio Cugusi ha speso 3.000 euro per avere 20 cartelloni affissi per 15 giorni in tutta la città. Prevede di spenderne «al massimo 10.000» alla fine della campagna elettorale, «e arriveranno tutti dai miei sostenitori: una persona, che dopo le elezioni renderà conto delle spese, si sta occupando di raccogliere i soldi». Anche in questo caso, il messaggio è semplice: «Un amico in comune», a metà strada tra il neologismo di Facebook e un efficace doppio senso, suggerito da due esperti di comunicazione.
PIRAS Il sei per tre dell'assessore alle Politiche sociali Anselmo Piras invece è fatto in casa: «Me ne sono occupato direttamente io». Lo slogan: «da Emilio Floris a Massimo Fantola», nel segno della «continuità». Cene elettorali? «Sì, ma non per raccogliere soldi». Poco più di mille euro spesi, per sei cartelloni «che non porteranno nemmeno un voto, lo so, ma almeno danno visibilità».
L'ESPERTO Su questo è d'accordo anche Giuseppe Argiolas, docente di marketing nella facoltà cagliaritana di Economia: «Servono per far ricordare il viso e il nome, non sono sufficienti a conquistare la preferenza elettorale». Come si organizza una campagna elettorale? «I metodi utilizzati adesso assimilano la questione politica alla vendita di un prodotto, e la cosa mi lascia molto perplesso. Se ci si ferma qui, a un paio di cartelloni sei per tre, è una mancanza della politica. Anche perché storicamente alle comunali c'è quello che viene chiamato overflow informativo : i candidati sono tanti e si perdono nella massa. L'elettore è talmente bombardato di informazioni che non riesce a carpirne neanche una». E allora? «Meglio il politico che concretamente si impegna tutti i giorni. E ascolta la gente. La comunicazione è questo. Il manifesto invece è unidirezionale: dico qualcosa agli altri, ma non sento quello che hanno da dirmi».
MICHELE RUFFI