Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Anfiteatro, decisione finale

Fonte: La Nuova Sardegna
21 marzo 2011



In giunta il progetto completo per smontare le tribune



Il Comune imbocca la via che è stata indicata dalla soprintendenza: via le tribune e studio su restauri e fruizione

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Il progetto completo per smontare le tribune di legno dell’anfiteatro romano è pronto e deve essere portato in giunta. Questo è l’appuntamento cruciale per mettere la parola fine all’occupazione del monumento durata 11 anni.
Il progetto è l’ultimo anello della catena di volontà che si sono formate dalla primavera dello scorso anno a oggi quando è cominciato un nuovo dialogo tra la soprintendenza ai beni archeologici e il Comune, responsabile della scelta di aver coperto il monumento romano col legno per allestire spettacoli da migliaia di spettatori e anche della scelta successiva: quella di tenere la copertura per 11 anni. I tecnici della soprintendenza hanno accertato che la permanenza prolungata della legnaia ha provocato danni visibili all’anfiteatro, sulla base dei primi sopralluoghi condotti dagli archeologici cagliaritani si sta muovendo l’Istituto centrale del restauro. Lo smantellamento delle tribune è la premessa di qualunque intervento: il soprintendente ai beni archeologici, Marco Minoja, ha già dichiarato in più occasioni che non si può pensare a una manutenzione del monumento senza prima scoprirlo completamente. Minoja ha anche spiegato che la soprintendenza non è pregiudizialmente contraria all’allestimento di spettacoli nel monumento: è la misura di questi che deve essere interamente rivista. Prima però degli spettacoli bisogna pensare al restauro, alla programmazione delle manutenzioni e quindi a quale tipo di spettacoli si può ragionevolmente rappresentare in uno spazio delicato. Il concorso di idee ideato dal Comune per stabilire cosa fare del monumento è stato bloccato e dal dialogo con la soprintendenza sono venute fuori alcune decisioni: non si fanno più spettacoli, si smonta, si rimette tutto a posto e si progetta il futuro del monumento, dagli spettacoli alle visite, dalle manutenzioni alle ricerche storico-archeologiche. Due assessorati hanno lavorato di concerto con la soprintendenza: la Cultura che ha dichiarato il monumento indisponibile per gli spettacoli già dall’estate 2011; i Lavori pubblici che hanno elaborato il progetto per smontare tutto. Con quali soldi verrà demolita l’impalcatura è la decisione più importante che dovrà assumere la giunta. Le previsioni dell’assessore ai Lavori Pubblici, Raffaele Lorrai, sono di circa 700 mila euro. Lorrai non considera questa una perdita per il Comune perché, per 11 anni, sono stati risparmiati i soldi che a ogni stagione dovevano essere stanziati per allestire le tribune provvisorie, queste sì da smontare una volta finiti gli spettacoli.
Insomma, diventano sempre meno chiare le ragioni dell’equivoco sul termine di «amovibilità» delle tribune: per la soprintendenza precedente gestione voleva dire che ogni anno dovevano essere rimosse, per il Comune, oggi, è evidente che c’era invece la volontà di lasciarle anche a spettacoli finiti.

 

Per gli spettacoli ecco il «modello Nora»

Il bando emanato a Pula: struttura leggera al teatro romano




CAGLIARI. Il piccolo teatro romano di Nora diventerà l’esempio materiale di quel che la soprintendenza vuol dire quando parla di «spettacoli compatibili con un monumento». Il comune di Pula ha elaborato il bando per la struttura che dovrà accogliere gli spettacoli estivi. Forse già dalla stagione che comincia fra pochi mesi.
Non da oggi il sindaco di Pula Walter Cabasino e tutto il Comune lavorano di concerto con la soprintendenza per salvaguardare, ampliare, scavare, proteggere la città romana di Nora. Il soprintendente ai beni archeologici di Cagliari e Oristano, Marco Minoja, spiega: «E’ l’esempio di come la soprintendenza non parta con la pregiudiziale che i monumenti non si usano e basta. Noi siamo per la ricerca di soluzioni compatibili con la necessità di tutelare i beni archeologici giunti fino a noi e con il desiderio di un’amministrazione di rendere fruibile un luogo di grande suggestione per attività culturali che hanno una ricaduta economica. Per un anno e mezzo - racconta Minoja - assieme ai tecnici del comune di Pula abbiamo studiato cosa si poteva realizzare di compatibile». Il risultato è arrivato: gli spettacoli si possono fare «con una struttura amovibile, ridotta nei volumi e nei pesi che si appoggia e non tocca assolutamente i resti del teatro romano». Un protocollo «rigoroso» è stato steso dallo staff che si è formato e alla fine soprintendente e sindaco l’hanno firmato nella consapevolezza di aver gettato le basi per una programmazione costante e puntuale delle azioni di salvaguardia del monumento, ma anche per dare una certezza di durata nel tempo della struttura agli operatori degli spettacoli che hanno così libertà di programmazione nel loro campo. A Pula si spera di riuscire a installare la nuova struttura già per la stagione 2011 e sarà una delle novità del parco archeologico per il quale il Comune ha chiesto e ottenuto finanziamenti dall’Unione europea. Minoja non lo dice esplicitamente, ma Nora in proporzione è un esempio di ciò che può succedere anche nel futuro dell’anfiteatro romano di Cagliari. L’anfiteatro, infatti, conosciuto fra gli studiosi per la sua particolarità di essere per metà scavato nella roccia e per metà costruito, è inserito in una zona ambientale e archeologica di grande pregio ed è vicino alla rinomata necropoli di Tuvixeddu: Nora attira da sola 70 mila visitatori l’anno, Cagliari può impegnarsi. (a.s.)