Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

VERSO LE ELEZIONI. Dibattito a tutto campo su Tuvixeddu, Poetto, Anfiteatro, traffico, lavoro, econo

Fonte: L'Unione Sarda
21 marzo 2011

Comune, scintille nel primo confronto

Fantola, Zedda e le loro ricette sulla città che verrà


 A 58 giorni dal voto l'applausometro è già alle stelle e le stilettate, reciproche, iniziano a bersagliare l'avversario. Con il primo confronto pubblico tra i candidati a sindaco Massimo Fantola e Massimo Zedda la campagna elettorale per le prossime comunali può dirsi iniziata. Grazie all'iniziativa delle Acli regionali, con il gran cerimoniere Ottavio Sanna in prima linea, ieri la sala conferenze del T hotel si è riempita all'inverosimile, a testimonianza della gran voglia di confronto che in città si respira in vista del momento elettorale.
Il dibattito è stato vivace, a tratti costruttivo e a tratti polemico, come si conviene a uno scontro elettorale dai risultati ancora molto incerti. Certo che i due candidati hanno da subito chiarito quali saranno le direttrici delle loro campagne elettorali: Zedda tutto all'attacco sulle inadeguatezze della giunta Floris, Fantola proiettato sui progetti che da mesi presenta nel corso degli incontri pubblici da lui promossi.
IL DIBATTITO Moderato dal giornalista di Videolina Andrea Frailis, è stato caratterizzato da uno scambio di idee sul futuro della città. Nel suo intervento introduttivo Massimo Zedda ha parlato della necessità di ridare credibilità all'istituzione “Comune”, assicurando anzitutto più trasparenza amministrativa ai cittadini. «È insostenibile che non ci siano tempi certi nelle risposte alle imprese, nella soluzione dei problemi prospettati dagli utenti, che gli uffici siano male organizzati, non certo per colpa di chi ci lavora». Fantola ha replicato snocciolando il concetto di “città-impresa”, «che dovrà rappresentare il fulcro dello sviluppo economico e sociale della comunità. Un tessuto che è stato fiaccato dalla crisi economica, che ha fatto perdere a Cagliari il suo ruolo di città-guida in Sardegna, con tutto quello che ne consegue».
LE EMERGENZE Prima ancora che confrontarsi sulle strategie del futuro, il vincitore delle elezioni di metà maggio incontrerà sul suo cammino problemi urgenti, che andranno affrontati prima della stagione estiva. Su tutti quelli dei baretti costruiti sul litorale del Poetto, dello smantellamento della legnaia dall'Anfiteatro e della complessa e annosa questione Tuvixeddu. Massimo Zedda, su quest'ultima vicenda, ha attaccato le giunte regionale e comunale che, nel 2000, firmarono l'accordo di programma con la Nuova Iniziative Coimpresa: «È stato un grave errore prendere impegni su un bene che non era nella loro disponibilità e che è stato sottratto a tutti i cittadini - ha detto il candidato del centrosinistra - il privato, a mio avviso, non ha responsabilità. Sono contrario alla costruzione della strada di via Is Maglias, non ci sono risorse per la manutenzione dell'asfalto già esistente, figurarsi per altre strade». Sulla questione Anfiteatro, Zedda ha ribadito che non è più rinviabile la rimozione dell'attuale legnaia, auspicando la ricollocazione di palco e tribune, in maniera che la struttura archeologica possa fare solo da quinta e non sia più interessata da sovrastrutture. Sul Poetto la ricetta è quella già annunciata: «È anni che attendiamo il Piano di utilizzo del litorale, che l'attuale amministrazione non ha approvato, senza contare che non c'è un minimo di raccordo per una gestione comune con la giunta di Quartu. Io, comunque, sono per rinviare le demolizioni e le ricostruzioni a dopo l'estate».
Non troppo diverse le soluzioni di Fantola, che ha però molto insistito sul salvaguardare le esigenze di turisti e ospiti, nell'ottica dello sviluppo sostenibile e di una sterzata nel settore dell'economia: «Su Tuvixeddu dobbiamo mettere fine alle guerre di religione, che hanno lasciato sul campo morti e feriti, in senso figurato. Ci dobbiamo rendere conto di tre cose: il parco archeologico non è mai stato aperto, abbiamo perso importanti finanziamenti e c'è il rischio di dover corrispondere un grosso risarcimento ai privati. Da questa situazione si esce solo con soluzioni all'insegna del buon senso». Sull'Anfiteatro è ormai irreversibile il processo che porterà allo smantellamento della legnaia: «Ma occorre ricordare che negli ultimi anni quella struttura ha ospitato importanti appuntamenti culturali e, nella mia ottica, dovrà continuare a farlo. Magari con una capienza ridotta. Per gli eventi più partecipati si può pensare a una riconversione dello stadio di Sant'Elia, se davvero il Cagliari dovesse andare via».
LAVORO E ANZIANI Sollecitati a fornire una ricetta capace di ridare dignità al valore del lavoro e alle prospettive dei giovani cagliaritani, coniugandole alle esigenze della grossa fetta di popolazione residente avanti con gli anni, i candidati si sono divisi nettamente. Zedda ha attaccato Fantola e la sua appartenenza al centrodestra, ricordando quelle che lui giudica le inadempienze dell'attuale amministrazione comunale e gli errori che avrebbe fatto, in sede di programmazione, quella attualmente al governo della Regione: «Non si può far credere alla gente che le cose miglioreranno con gli investimenti nel settore turistico, perché così non è. E perché questo non è stato comunque fatto negli ultimi vent'anni dal centrodestra». Obiezione alla quale Fantola ha risposto garantendo di essere pronto a fornire ricette nuove, all'insegna «della discontinuità, capaci di trovare consenso e portare sviluppo. Se sarà necessario scontentare qualcuno, nell'interesse della grande maggioranza dei cittadini, non esiterò a farlo. Tutto questo senza costruire un metro quadro in più e senza concedere un metro cubo in più a nessuno».
LE INFRASTRUTTURE La parte finale del confronto si è giocata sulle grandi opere delle quali si parla da anni. Fantola ha difeso l'idea della grande piazza sul mare, ribadendo di pensare a una forte pedonalizzazione della via Roma (capace di innescare un circuito virtuoso nell'economia), e ha frenato sull'ipotesi del tunnel sotterraneo: «Il precedente progetto è faraonico e di difficile realizzazione, a mio avviso è possibile rivederlo». Nessuna concessione a un ritorno del Betile: «A me l'idea iniziale non dispiaceva ma devo dire che sono contrario, per due motivi. Anzitutto i costi di gestione, insostenibili, e poi la possibile omologazione con altri centri europei, che la scelta di un museo sul mare progettato da una archistar l'hanno fatta già da molto». Diametralmente opposta la visione di Zedda: «Prima di pensare a fare grandi piazze sul mare occorre mettere mano al sistema di trasporti e di circolazione che gravita attorno alla via Roma. E poi occorre tenere conto delle esigenze dei commercianti della Marina, che potrebbero essere espropriati delle loro attuali peculiarità. Identico discorso faccio per il tunnel: quello attuale è un progetto vecchio, che a mio avviso va abbandonato». Sul Betile c'è aria di rivincita: «Per fare un dispetto al centrosinistra si sono buttati a mare sia quel progetto che quello del campus universitario, facendo un danno alla città».
ANTHONY MURONI