Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tar e guerra del porto

Fonte: La Nuova Sardegna
18 marzo 2011



Il caso delimitazione delle aree demaniali: il 23 l’udienza sull’istanza di sospensiva




CAGLIARI. Il 23 marzo tocca alla Nuova Saci presentarsi davanti ai giudici del Tar per sapere se quei magistrati intendono accogliere la richiesta della sospensiva del «non accoglimento» delle opposizioni al procedimento di delimitazione delle aree demaniali del porto canale. La Nuova Saci è una delle quattro società che hanno comprato quattro distinti terreni del porto canale entrati nella delimitazione del 24 giugno 2010. E’ possibile che l’udienza di mercoledì prossimo vada come l’altra, dove il presentatore dell’istanza era la Grendi, nella quale l’avvocato di Grendi ha chiesto tempo per esaminare il decreto del 23 febbraio dove si vara la delimitazione. Il decreto ricalca esattamente la delimitazione del 24 giugno, ma il legale che rappresentava Grendi ha preferito studiare ulteriormente le carte. Il punto è che la prossima udienza, se ci sarà, risulterà una discussione nel merito: se Grendi vorrà una sospensiva della delimitazione il suo avvocato dovrà presentare una nuova istanza. Per la Nuova Saci la situazione potrebbe essere la stessa e quindi si potrebbe arrivare a un secondo nulla di fatto nella tormentata vicenda di queste aree sulle quali è in corso un contenzioso non nuovo: già sette, otto anni fa autorità portuale e consorzio industriale litigavano anche sul fronte giudiziario per la titolarità di queste aree. La delimitazione è un compito obbligato della Capitaneria di porto, le aree che entrano nella delimitazione (spiegano i tecnici) non vengono inventate dal nulla, sono demaniali per loro natura: la delimitazione è un riconoscimento di ciò che già sono. Il punto è che le concessioni, i ricchi canoni, le scelte strategiche una volta che diventano demaniali vanno in capo all’autorità portuale ed escono dal patrimonio del Casic ora Cacip. La Corte dei conti all’inaugurazione dell’anno giudiziario ha lodato esplicitamente la Capitaneria per aver concluso un procedimento lasciato in sospeso da almeno due comandanti precedenti l’attuale, Giuseppe Mastroianni. La domanda è: perché Cacip ha venduto quei terreni?