Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nuove case popolari, Comune in silenzio cooperative in rivolta

Fonte: L'Unione Sarda
14 marzo 2011


SU STANGIONI
I PRESIDENTI
DENUNCIA. Appelli inutili


«Siamo pronti a discutere i piani di zona con le cooperative». Era il primo marzo del 2005 e a pronunciare quella frase in Consiglio comunale fu l'assessore all'Urbanistica Gianni Campus.
Ad oggi, 12 marzo 2011, non c'è un solo mattone posato per costruire case di edilizia popolare. E non per volontà delle cooperative che, a Su Stangioni, hanno presentato progetti per un insediamento da 116 mila metri cubi (700 unità abitative per 2500 abitanti) e che dopo anni di correzioni, blocchi, ripartenze, rivisitazioni e modifiche, aspettano il via libera di Commissione edilizia, Giunta, Commissione urbanistica e Consiglio comunale. Ora i presidenti di tre cooperative - 13 gennaio, Bithia e Sirio - tornano all'attacco: «Combattiamo da sei anni, produciamo progetti, ma al Comune sanno solo parlare», attacca Giacomo Pisano.
LA VICENDA Nel 2005 la Giunta e poi il Consiglio individuano tre aree dove far crescere la città: Su Stangioni - un'area che si affaccia sulla statale 554 nella zona della Motorizzazione - a Terramaini e al Fangario, tra viale Monastir e viale Elmas. Il Comune, per una scelta politica ed economica, decide di non espropriare i terreni e invita i proprietari a presentare un piano entro 30 giorni dall'11 gennaio del 2007. Centocinquanta cittadini che possiedono 19,2 ettari nella collina dove ha sede il centro servizi dell'Agenzia delle entrate decidono di provarci: alcuni si associano e fondano le tre tre piccole cooperative. La coop 13 gennaio - 32 soci rappresentati da Mario Cocco - è la più sollecita e ad agosto 2007 presenta un progetto. I più, organizzati da Giacomo Pisano, proprietario di un pezzo di terra ed ex professore di lettere, affidano uno studio di lottizzazione a sei giovani ingegneri, Giovanni Casali, Fabio Stocchino, Alessio e Alessandro Lobina, Gesuino Ghiani e Alessandro Guarracino. Dai loro computer nasce un progetto con abitazioni di edilizia sociale pubblica e residenziale (che rispondono all'imperativo della Giunta Floris: «Mai più ghetti»), un quartiere da circa 2500 residenti, autosufficiente sul piano energetico, ricco di verde, di piste ciclabili, zone pedonali e servizi.
OSTACOLI Il progetto incontra vari ostacoli: prima il Comune predispone un piano di inquadramento generale della zona e, di conseguenza, modifica il Puc. Poi le coop modificano il progetto assieme ai tecnici del Comune. Successivamente il Consiglio comunale dà mandato al servizio pianificazione del territorio di predisporre un piano attuativo sul piano delle coop. Constatato il silenzio degli uffici, a dicembre del 2010 le coop presentano un loro piano attuativo, come previsto dal Puc. «Da allora aspettiamo una risposta», denuncia Mario Cocco, presidente della cooperativa 13 gennaio. «Noi abbiamo rispettato tutte le norme e non sappiamo che cos'altro dobbiamo fare. Il nostro timore è che non si faccia nulla entro questa consiliatura». (f.ma.)