Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I rifiuti? Gestione censurabile

Fonte: La Nuova Sardegna
14 marzo 2011

 
Il Comune è responsabile dei gravi ritardi e dell’aumento dei costi 
 
 
 
 
ROBERTO PARACCHINI 

CAGLIARI. Il documento è chiaro, le critiche ugualmente. La gestione dei rifiuti fatta dal Comune di Cagliari in questi ultimi anni è «censurabile sotto il profilo della lesione del principio della libera concorrenza, e incompatibile con lo stato di estrema urgenza dettato dalla norma». Il giudizio non viene dall’opposizione di centrosinistra, ma dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici (l’Avcp, la struttura nazionale preposta a questo tipo di controlli). Sotto accusa il modo di condurre il settore della raccolta dei rifiuti che ha avuto ben otto proroghe, di cui le ultime tre con «ordinanza» del sindaco.
Punto debole. La situazione di questo comparto è uno dei punti più deboli dell’amministrazione. Infatti, a fronte di una tassa per la raccolta tra le più alte d’Italia, il Municipio è ancora indietro sui parametri della «differenziata». Nello stesso tempo è da anni in fase di progettazione un mega appalto (sette anni più due) per un totale di spesa di 390 milioni, che l’amministrazione non riesce a mandare avanti. Da qui le proroge continuative che hanno provocato la censura dell’Autorità nazionale.
Troppe proroghe. L’amministrazione, di fronte alle continue proroghe si è più volte giustificata affermando che erano sopraggiunti problemi nella predisposizione del mega-appalto (per il quale è stato in precedenza fatto anche un bando specifico: per affidarlo a specialisti). A riguardo, però l’Avcp, sottolinea che «le numerose proroghe poste in essere per risolvere temporaneamente una situazione di criticità hanno comportato, non solo lo scostamento rispetto al canone contrattuale annuo, con un aumento pari a circa 21 milioni di euro, ma una modifica sostanziale al contratto originario stipulato» nel 2006.
Comportamenti arbitrari. Facendo riferimento alle normative esistenti e alle pronunce degli organi preposti, l’Avcp sottolinea che il «potere di deroga non appare comunque illimitato e discrezionale, poichè esistono dei limiti nell’esercizio di tale potere». Nel «caso in oggetto, invece, sembra che tale strumento della proroga sia stato utilizzato con lo scopo di eludere le previsioni normative in materia di appalti». Non solo: «Oltretutto la possibilità di sanare la situazione relativa alla gestione dei rifiuti attraverso l’istituto delle proroghe, ha determinato anche un ulteriore ritardo nella presentazione del progetto definitivo da parte della società Azara, incaricata nel 2008 di predisporre il progetto esecutivo del nuovo servizio di gestione dei rifiuti».
Pasticcio negli appalti. Attualmente la situazione vede un’ulteriore «ordinanza» del primo cittadino, mentre il vincitore dell’appalto intermedio (di due anni, in attesa del mega appalto) prenderà possesso dei lavori dal primo maggio. Da segnalare che in precedenza l’amministrazione aveva bandito un ulteriore atto pubblico, ma di un anno. E alla fine era stato annullato per una serie di pratiche non chiare. L’assessore Giagoni (Servizi tecnologici) ha sottolineato spesso che l’amministrazione ha «più volte dato disposizione di velocizzare l’iter dell’appalto principale. Solo che trattandosi di quasi quattrocento milioni, i funzionari, giustamente mostrano la massima attenzione su ogni singolo aspetto». Dopo una serie di proteste e ripetute interrogazioni, l’opposizione è, invece, passata alle vie di fatto rivolgendosi alla Corte dei conti.
Gravi ritardi. L’Avcp sembra dare ragione alla minoranza. Il giudizio negativo recita che il Comune «è responsabile di gravi ritardi di carattere organizzativo che hanno impedito una corretta attività di programmazione». Le stesse critiche che per anni hanno fatto i consiglieri del centrosinistra. «Noi abbiamo da sempre sottolineato questo fatto e nessuno ci ha dato retta, tanto meno l’amministrazione», sottolinea Ninni Depau, capo gruppo del Pd in consiglio comunale. Da parte sua l’assessore Gianni Giagoni (Servizi tecnologici) ha sottolineato che questo tipo di problemi sono da addebitare agli uffici.
Costi troppo alti. Secondo la Avcp si tratta di una non corretta attività di programmazione, che spetta al politico. Inoltre «le modifiche apportate al contratto originario» hanno «provocato uno scostamento economico eccessivo rispetto ai prezzi medi degli appalti analoghi». In città la tassa sui rifiuti è di circa 330 euro l’anno per una famiglia tipo di tre persone, contro i 130 di Campobasso. Nell’indagine commissionata da Unioncamere in 50 capoluoghi di provincia, Cagliari è in compagnia di Milano e Palermo. Il monitoraggio riguardava il biennio 2008-2009. Ma in questo periodo il costo è ulteriormente aumentato e sfiora i 380 euro di media.