Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le associazioni: «Via quelle tribune»

Fonte: La Nuova Sardegna
7 marzo 2011

Il sopralluogo di protesta all’anfiteatro romano da undici anni oscurato dalle gradinate di legno



E alla manifestazione compare anche un corteo dei dipendenti del Lirico



Legambiente propone un osservatorio sul sito monumentale

CAGLIARI. Perchè le tribune lignee dell’anfiteatro vengano smontate serve una delibera della giunta comunale. Se arriverà è da stabilirsi: sotto elezioni ogni scelta si affaccia sul precipizio del consenso. Intanto una parte della città chiede che il monumento ritorni alle origini.
Ieri l’archeologa ed ex assessore regionale ai beni culturali Maria Antonietta Mongiu ha guidato insieme al leader sardo di Legambiente Vincenzo Tiana una sessantina di persone all’esplorazione dell’arena romana, che vista al sole primaverile del mattino assomiglia ancora di più a un cantiere edile. Così com’è - è stato spiegato - il teatro antico riceve quattromila visitatori l’anno, pochissimi in rapporto all’importanza storica del sito. L’emergenza però è legata ad altro: «Siamo nella piena illegalità - ha avvertito la Mongiu - perchè questa struttura doveva essere smantellata già anni fa ed è stata realizzata senza conoscere il monumento». Ora c’è il rischio, ufficializzato dal sovrintendente Marco Minoja, che si sgretoli il basamento antico dove undici anni fa sono stati conficcati i plinti d’acciaio a sostegno della gradinata. Gli esperti parlano di fratture nella roccia, di muffe, di umidità che s’insinua e indebolisce la struttura. Allora: il progetto elaborato dall’assessore comunale ai lavori pubblici Raffaele Lorrai prevede un costo di 800 mila euro per rimettere a nudo l’anfiteatro. Ma si troverà un’impresa disposta a togliere l’architettura artificiale costruita nel 2000 - sei miliardi dai fondi del Giubileo, giunta Delogu - rischiando le conseguenze penali legate al danneggiamento del sito? A questa domanda dovrà dare una risposta l’amministrazione comunale, che attraverso l’assessore alla cultura Giorgio Pellegrini ha già liquidato la stagione estiva dei concerti: lettere agli organizzatori, tutto sospeso e arrivederci. Nel frattempo le associazioni che ieri hanno aderito alla giornata di ‘Abbracciamo la cultura’ - il comitato per l’anfiteatro, Italia Nostra, Legambiente, Social Forum, Wwf, Articolo 21, Comitato sardo per il paesaggio, Club Unesco e Cgil - chiedono ancora una volta che il monumento più importante della città «venga liberato dalla camicia di forza che lo sta distruggendo». Un intervento rimandato per anni, oggi diventato urgente grazie alla discesa in campo del sovrintendente Minoja, il solo che dal 2000 ad oggi abbia compreso sino in fondo a quale pericolo è esposto il sito archeologico di viale Fra Ignazio. Ora si parla di nuovi sopralluoghi da parte di tecnici ministeriali e di un prossimo, probabilissimo intervento della Direzione regionale dei beni culturali. Con l’obbiettivo di chiudere la questione nel solo modo possibile, quello rivendicato anche ieri dalle associazioni: smontare tutto, mettere rimedio a un errore commesso undici anni fa.
Legambiente propone l’istituzione di un Osservatorio per il monumento: «Appurato - ha detto Tiana - che la copertura debba essere rimossa, ora vogliamo che questa operazione sia effettuata senza causare danni all’Anfiteatro».
Intorno a mezzogiorno sono comparsi anche i lavoratori del teatro lirico, reduci da una passeggiata con cartelli di protesta per le strade principali della città cominciata proprio dalla struttura di via Sant’Alenixedda per denunciare la preoccupazione per il futuro della programmazione artistica. L’idea di installare l’enorme gradinata di legno partì nel 2000 proprio dal teatro lirico: l’allora sovrintendente Mauro Meli convinse il sindaco Mariano Delogu che solo con una tribuna da cinquemila posti si sarebbero potute allestire opere di alto livello all’aperto. In realtà l’arena fu usata solo tre volte, la più nota per i concerti miliardari di Lorin Maazel. Lunedì sarà a in città il nuovo soprintendente Gennaro Di Benedetto, nominato giovedì dal consiglio di amministrazione del teatro. Lo attende un impegno improbo: risanare le finanze della Fondazione appesantite da un debito di oltre venti milioni. (m.l)