Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Milia: «Ai sardi serve una scuola nuova»

Fonte: La Nuova Sardegna
2 marzo 2011

 
Sì al piano con la deroga per il Nuorese. Deriu precisa: «Ho difeso le zone interne» 
 
 
Milia: «Ai sardi serve una scuola nuova» 
 
Sì al piano con la deroga per il Nuorese. Deriu precisa: «Ho difeso le zone interne» 
 
 
 
 

CAGLIARI. «O si cambia o la scuola sarda va a morire». Lo dice Sergio Milia dopo l’approvazione della riorganizzazione scolastica. «Un passettino», lo definisce Milia, l’inizio d’una storia che deve sovvertire l’attuale stato della scuola sarda. Ma è polemica aperta con la Provincia di Nuoro a cui è stato dato un anno di tempo.
«Dai dati Ocse la scuola sarda risulta quintultima in Italia, a 60 punti dalla Lombardia. Come dire: siamo a un anno di distanza». Un’enormità per una regione che deve avere la conoscenza tra i principali fattori di crescita. Questa classifica infausta dipende, secondo l’assessore alla Pubblica istruzione, anche dal blocco della formazione professionale «voluto nella scorsa legislatura». È il primo passo perché cambia poco: «Non è né un successo né la panacea dei mali», dice Milia. L’assessore alla Cultura ci tiene a sottolineare che nessuna scuola dell’infanzia con almeno dieci bambini viene tagliata e vengono mantenute trentacinque delle sessanta pluriclassi, (dalla prima alla quinta insieme), che peraltro non sono il massimo sul piano pedagogico. Lo stesso vale per venti delle quaranta autonomie scolastiche sottodimensionate (con meno di 270 alunni), ma con deroghe per scuole che distano più di 6-7 chilometri o in comuni con difficili condizioni logistiche e territoriali. Milia ricorda di aver incassato il sì dell’Anci, «e vorrei vedere? dice, visto che non si posta nessuno studente». Nel nome della concertazione la giunta ha deciso di lasciare alla provincia di Nuoro, (l’unica a non aver dato l’assenso), un anno di tempo per riflettere: «La lasciamo come è, con le cinque autonomie autonomie scolastiche sottodimensionate e anacronistiche. La Provincia di Nuoro», afferma l’assessore, «ha espresso posizioni demagogiche. Non stiamo chiudendo né scuole né paesi». Immediata la replica del presidente della Provincia di Nuoro, Roberto Deriu: «L’anno di riflessione serve al governo e alla Regione epr rimeditare il ruolo della scuola pubblica quale indispensabile infrastruttura culturale di una società che vuole vivere fuori dagli schemi metropolitani, per una Sardegna che non è solo Cagliari». Deriu precisa che la decisione della Provincia non è stata quella di «non decidere»: «Abbiamo deciso di difendere le scuole e le comunità del nostro territorio». Nessun comune - assicura l’esponente della Giunta - rimane senza un punto di erogazione scolastica e al contempo la Regione promuove un riequilibrio dell’offerta formativa sul territorio, prevedendo nuovi indirizzi, ed evitando sovrapposizioni e interferenze. La Regione chiederà l’istituzione di otto centri per adulti, uno per provincia, nuovi Licei musicali che si aggiungono agli esistenti e un aiuto alle madri, secondo il «progetto primavera», con un servizio di scuola d’infanzia nei Comuni in cui verrà soppressa.
Milia spiega i criteri che hanno sempre contemplato, dice, il principio di solidarietà nell’applicazione dei parametri. Per esempio è stata salvata all’ultima minuto la pluriclasse della scuola primaria a Bortigiadas perché non sarebbe stato facile per gli allievi percorrere la strada, impervia, sino a Tempio. Questo mentre, per via della «moratoria» sul Nuorese restano in piedi alcuni accorpamenti che dovranno essere fatti; e Sergio Milia cita il caso della scuola «accorpata di fatto» Orroli-Galtellì.
Se questo è un «passettino», il prossimo passo riguarderà la formazione professionale: «Istituiremo un tavolo permanente con l’assessore al Lavoro, Franco Manca», annuncia Sergio Milia, «il futuro dei giovani, e in definitiva della Sardegna, passa necessariamente per una scuola nuova».
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