Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Più cari gli alimentari e i trasporti

Fonte: La Nuova Sardegna
2 marzo 2011

 
In ascesa il costo di prodotti e servizi: più 2,2 per cento rispetto al 2010 
 
 

CAGLIARI. Crescono i costi dei trasporti, degli alimentari, della cultura e dell’istruzione. Tutti gli osservatori economici ne sono convinti: i problemi con le fonti energetiche dei Paesi del basso Mediterraneo, in particolare della Libia, produrranno effetti negativi sui prezzi. In città gli ultimi dati Istat, elaborati dal servizio informatica e statistica del Comune, mostrano già alcuni segnali, seppure piccoli, di questa tendenza. L’incremento maggiore si è avuto nel costo dei trasporti dove c’è stato un aumento tendenziale (che mette in rapporto il mese di febbraio con lo stesso dell’anno passato) del 5,6 per cento. Voce che ha registrato anche un aumento dello 0,8 per cento rispetto al mese precedente (incremento congiunturale). In particolare sono cresciuti i prezzi dei trasporti «marittimi e per vie d’acqua interne» (più 7 per cento) e quelli dei voli aerei per i passeggeri (più 3,2). Mentre i carburanti e i lubrificanti hanno contenuto l’ascesa fermandosi a un più 1,5. Va poi detto che anche nel mese passato, in rapporto al 2010, c’era stato un certo incremento (più 4,5 per il tendenziale). Dati che mostrano come l’aumento dei trasporti non sia un fatto contingente ed è probabilmente, e visti i problemi con la Libia, un trend destinato ad aumentare.
Pesanti per il bilancio familiare, soprattutto in un periodo di crisi, sono anche gli incrementi dei prodotti alimentari che con un tendenziale al 2,1 per cento in più e un 0,3 congiunturale, non promettono niente di buono. In questo settore, però, si trova in diminuzione il costo dei prodotti ittici: un dato che può essere letto anche in funzione al costo di questi prodotti e al fatto che una minor richiesta di questo prodotto può aver fatto diminuire il prezzo. Sempre restando in ambito familiare fa pensare l’aumento tendenziale della voce «abitazioni, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili» e anche se è lo stesso dello scorso anno, la preoccupazione resta, visto che il congiunturale non si è bloccato (più 0,2 per cento).
Altre due voci in ascesa che non promettono niente di buono sono quelle dell’istruzione e della cultura e spettacolo, entrambe più 2,2 nel tendenziale e più 0,3 nel congiunturale. Complessivamente si può dire che si tratta di un trend non particolarmente pesante, ma che mostra una tendenza all’aumento non controbilanciata da una situazione in cui è possibile trovare lavoro e pensare positivamente al proprio futuro. Gli scenari che si stanno aprendo sono molto pesanti. Come precisato da La Nuova, nei giorni scorsi nella sola provincia di Cagliari le imprese hanno ricevuto cartelle da equitalia per pagamenti pari a oltre due miliardi e trecento milioni di euro. Una situazione che coinvolge ben 33mila aziende. In questo quadro una prospettiva di aumenti non può che creare paura e apprensione. In più va detto che nè la Regione, nè gli altri enti locali sono riusciti ad attivare iniziative in grado di stimolare nuove attività produttive. Ma se i poveri sembrano diventare sempre più poveri, gli indici Istat mostrano, come nella voce «servizi vari» (più 4,0 al tendenziale), che è la società nel suo complesso che subisce gli effetti degli aumenti. (r.p.)