Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Patrimonio e regali del Comune

Fonte: La Nuova Sardegna
2 marzo 2011

 
Bacchettate dalla Corte dei conti: diversi immobili venduti sotto costo 
 
 
 
LO SPRECO I costi delle manutenzioni sono superiori agli affitti La gestione fuori mercato dei locali non abitativi 
 
ROBERTO PARACCHINI 

CAGLIARI. La manutenzione degli immobili, sia comunali che di Area (ex Iacp), rappresenta l’altra faccia della bontà o meno della gestione del patrimonio. Per Area, ad esempio, il conto è decisamente in rosso con spese per le manutenzioni molto più alte degli affitti incassati.
In particolare si parla per il capoluogo dell’isola (a cui vanno aggiunti anche gli immobili «ad uso non abitativo» di Carbonia) di un incasso in canoni (per il 2006, per Area) di un milione e 92mila euro. A fronte di una spesa in manutenzione straordinaria, eseguita con risorse dell’ente, di due milioni e 950mila; e di un ulteriore costo, pagato con finanziamento regionale (per due milioni e 314mila euro). La sproporzione è macroscopica e i dati vengono sottolineati anche nella relazione di controllo della Corte dei conti del maggio 2008 in cui si legge che «appare evidente il disequilibrio tra le entrate derivanti dai canoni e le spese manutentive».
Il patrimonio non abitativa del Comune è, sempre secondo i numeri raccolti nella relazione della Corte dei conti, di 115 unità e presenta un incasso complessivo (per il 2006) di 797mila euro. Cifra molto bassa come sottolineato più volte da Ninni Depau (capo gruppo del Pd) che ha presentato diverse interrogazioni in merito. Il problema degli affitti è legato, però, alla scadenza del contratto. Ora le disposizioni del nuovo assessore comunale competente Patrizio Mulas (come da articolo a lato), è di rimodulare le locazioni ai costi di mercato. Stesso discorso per le vendite. Per il passato, però, la Corte dei conti sottolinea come la maggior parte delle alienazioni siano state fatte sul prezzo minimo di mercato in rapporto al costo stimato dall’osservatorio immobiliare della Camera di commercio.
Così è avvenuto, ad esempio, per un immobile situato nella centrale via Sonnino al costo di 1.424 euro al metro quadrato mentre il prezzo in quell’area, secondo l’osservatorio, oscilla tra un minimo di 1.330 e un massino di 3.100 al metro. Oppure c’è il caso di due immobili di via Emilia (a Is Mirrionis) valutati tra i mille e i 1.600 euro al metro quadro, ma ceduti a 464. Ed ancora: in via Foscolo è stato ceduto un locale di 52 metri quadrati per 88.480 euro con un ribasso, secondo la Corte dei conti, di 40mila euro rispetto alla stima effettuata dallo stesso ufficio per la gestione del patrimonio del Comune. Un altro caso, sottolineato dalla magistratura contabile, riguarda i locali della gioielleria Cillocco di via Manno (per 70 metri quadrati lordi) e via Mazzini per complessivi 128 metri e un costo di 138mila euro, mentre il prezzo stimato in via Manno va da 2.600 a 3.500 euro al metro quadrato.
Poi vi sono casi abnormi, come quello dei fitti di un locale di via Alghero con canone stimato (dall’osservatorio) a 1.875 euro, mentre per una «occupazione extracontrattuale» il Comune ne riceveva solo 32 (sino al 2006). Oppure c’è la storia del Caffè Svizzero, situato nel palazzo Accardo in largo Carlo Felice: il vecchio affitto (e tutt’ora in vigore) era ed è di 1.557 euro, il nuovo - che sarà pagato da giugno (alla fine del contratto) - è di 3.980.