Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lenzuola e slogan contro la nascita di un palazzo vicino alla Basilica

Fonte: La Nuova Sardegna
28 febbraio 2011

 
Bonaria, i residenti contestano la scelta del Comune inutili sinora gli appelli all’Arcivescovo e alla Regione 

CAGLIARI. «Il cemento ci mangia. Salviamo il quartiere. Servono tre piani o tre alberi?». Sono alcune delle parole d’ordine che ieri gli abitanti di Bonaria, di via Taranto e di via Milano, hanno scritto nei cartelli e nelle lenzuola bianche issate là dove dovrebbe sorgere un palazzo di tre piani. La zona è di pregio, il valore commerciale del futuro immobile è elevato. L’area dove dovrebbe sorgere la palazzina in precedenza, come accade frequentemente in città, era destinata a verde pubblico. Ma c’è un “piccolo” problema.
L’area dove dovrebbe sorgere la palazzina, chiaramente con tutte le autorizzazioni urbanistiche comunali, sorge a pochi metri dalla Basilica di Bonaria. La costruzione di un nuovo stabile modificherebbe evidentemente l’immagine e la prospettiva della Basilica. Per queste ragioni, visto che le petizioni e gli appelli a Comune e Regione nel corso degli anni non hanno sortito alcun effetto gli abitanti del quartiere ieri hanno deciso di efettuare una prima protesta pubblica e simbolica. «Abbiamo scritto al Comune diversi anni fa ricordando come questa area residenziale è da troppo tempo luogo di molteplici e irrisolti problemi che hanno portato a una situazione di degrado urbanistico e ambientale, che la costruzione di un palazzo non farebbe altro che aggravare». I residenti, autori degli appelli al Comune e alla Regione ricordano come i posti auto liberi nell’area sono sempre in calo, la chiusura di via Taranto impedisce l’ingresso di ambulanze e mezzi per servizi di emergenza, l’illuminazione è carente, l’area prospicente il cimitero monumentale è di fatto abbandonato, non ci sono spazi verdi e ricreativi e di accoglienza al turismo religioso e culturale, e soprattutto manca una adeguata e decorosa sistemazione in termini non solo urbanistici ma anche architettonici degli spazi vicini a Bonaria. «In queste condizioni l’autorizzazione al nuovo palazzo, permessa anche attraverso la cancellazione del vincolo cimiteriale, attraverso il semplice arretramento del muro di pertinenza del cimitero monumentale - ripetono i residenti del quartiere - è uno schiaffo ai residenti e al buon senso». Il Comune non sembra però aver accolto questo appello, né ha avuto effetto la missiva che i parrocchiani hanno inviato allo stesso Arcivescovo.(g.cen.)