Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Crociere, la Tunisia aiuta Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
15 febbraio 2011

Porto. La crisi nel paese africano ha indotto la Costa a testare e promuovere il porto

Quest'anno arriveranno in città oltre 30 mila turisti in più

Era in programma l'arrivo di 94 navi ma dopo la crisi scoppiata in Tunisia la Costa crociere ha preferito dirottare su Cagliari altre 16 crociere.
Il caos in Tunisia dà una mano al traffico croceristico cagliaritano. Le navi della Costa crociere in viaggio nel Mediterraneo che da Palermo avrebbero dovuto far scalo a Tunisi sono state infatti dirottate in città. Ed è questa una delle ragioni per cui il numero di turisti che sbarcano dai giganti del mare aumenterà del 25 per cento rispetto all'anno scorso. Le navi saranno 110 e forse qualcuna in più ed i passeggeri, secondo una stima, supereranno quota 190.000 (30 mila in più del 2010) e lasceranno sul territorio circa 13 milioni di euro.
I NUMERI L'aumento del 25% si va ad aggiungere all'ottimo + 45% del 2010. Numeri che fanno esultare il presidente dell'Autorità portuale, Paolo Fadda: «Siamo uno dei pochi porti che possono vantare questi dati in un periodo di crisi». Fadda, in carica dal 2007, può vantare di aver più che triplicato il numero dei croceristi sbarcati in città. Due anni e mezzo fa infatti erano 60.000, aumentati a 90.000 nel 2008, 112.000 nel 2009 e 160.000 nel 2010. Negli anni precedenti la media oscillava tra i 25 e 30 mila. Un semplice calcolo rende conto dell'aumento: in sei anni (dunque la crescita è iniziata prima dell'arrivo di Fadda) i turisti sbarcati dalle crociere sono aumentati del 634%.
LA QUALITÀ «Oltre la metà delle crociere in arrivo, sono “piccole” navi d'élite», spiega Fadda, «che ospitano viaggiatori con una maggiore propensione alla spesa rispetto a quelli delle grandi navi». Secondo un'indagine realizzata lo scorso anno dall'Authority, questi ultimi, una volta a terra, spendono in media 15 euro, i primi arrivano a lasciare in bar e negozi una media di 60 euro. «Nel 2010, 160.000 turisti hanno speso circa 7,5 milioni di euro. Quest'anno dovremmo arrivare a 13 milioni». Numeri che si ottengono grazie all'aumento e alla qualità dei croceristi.
EFFETTO TUNISIA? Ad inizio anno era in programma l'arrivo di 94 navi, ma dopo la crisi scoppiata in Tunisia la Costa crociere ha preferito dirottare su Cagliari altre 16 navi, nonostante qualche pressione governativa per portare i croceristi a Civitavecchia. La Costa Magica, un gigante da 2.900 passeggeri, ogni lunedì, fino a maggio, attraccherà nello scalo cittadino. «Il fatto che Costa scelga Cagliari e non altri porti è il frutto del lavoro di due anni in cui si è migliorata l'accoglienza, i servizi portuali e il marketing», afferma il presidente del porto. Prima di scegliere Cagliari, infatti, la Costa ha “testato” i servizi del porto ed ha deciso di confermare tutte e 16 le crociere che dovevano fare scalo in Tunisia. «Sedici navi “strappate” ad altri porti», sottolinea Fadda, e specifica: «Il responsabile dei servizi a terra della compagnia genovese ci ha fatto i complimenti».
HOME PORT La migliore qualità del porto cittadino è riscontrabile anche dalla scelta delle altre compagnie: se negli passati le navi effettuavano “soste tecniche”, ora scelgono la città come tappa fissa della crociera. Come ha fatto la Royal caribbean. Ma i numeri, già ampiamente positivi, possono ancora migliorare. «La prossima riunione del comitato portuale», spiega Fadda, «sarà incentrata sui servizi da crociera». L'obiettivo è fare diventare le banchine di via Roma un home port , un porto da cui le crociere iniziano il loro tragitto a tappe. Ma per compiere il grande salto sarà necessario il coinvolgimento, oltre che dell'Autorità portuale, anche di tutti gli altri attori, istituzionali e no. A partire dagli assessorati al Turismo e dai tour operator.
I NEI Il cruccio di Fadda è «che ancora non si riesce ad organizzare un'offerta territoriale ottimale, oltre le visite a Nora o Barumini e bisognerebbe valorizzare altri siti, a partire dal Parco del Molentargius». Servirebbe, insomma, che istituzioni e privati pianificassero lo sviluppo turistico in città.
MARIO GOTTARDI

15/02/2011