Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Un Giro nel cuore della Sardegna

Fonte: La Nuova Sardegna
11 febbraio 2011



Il percorso del 2011 tutto all’interno senza passaggi a Cagliari e Sassari



In programma cinque tappe, in totale 856 km, più la gara in linea da Barumini a Chiaramonti

CAGLIARI. Un Giro di Sardegna senza capo nè coda. Nel senso che la carovana non toccherà (nemmeno con la classica in linea che chiuderà la settimana sarda del ciclismo internazionale) Sassari e Cagliari. Si consumerà al centro dell’isola dopo una prima tappa interamente in Gallura: «Una scelta che abbiamo fatto per portare questo sport all’interno della Sardegna - ha spiegato il patron Stefano Pilato -, per premiare i paesi che hanno dimostrato negli anni scorsi la maggiore passione. E anche per fare scoprire nuovi territori: in tutto saranno 93 i Comuni attraversati».
Ha stupito comunque l’assenza di Cagliari (due arrivi due anni fa, uno lo scorso anno), mentre con Sassari nelle ultime due edizioni, quelle della rinascia dopo uno stop di dieci anni, non c’era mai stato un grande feeling (due anni fa un passaggio in città e una partenza di tappa a Porto Torres e lo start della classica in linea Sassari-Olbia l’anno scorso).
Il percorso della manifestazione, che si svolgerà dal 22 al 27 febbraio (classica in linea compresa) è stato svelato ieri negli uffici dell’assessorato regionale allo Sport. Non un caso, visto che proprio l’assessore Luigi Crisponi ha lanciato una ciambella di salvataggio da 200mila euro una settimana fa quando il Giro di sardegna era ancora sull’orlo del burrone: «Abbiamo deciso di puntare sul Giro - ha detto Crisponi - pensando agli effetti benefici sul cicloturismo, settore nel quale crediamo, e al ritorno che potrà avere direttamente sul territorio con circa tremila pernottamenti in una settimana. Come assessorato vogliamo puntare sul turismo attivo e la Sardegna è una splendida palestra naturale per discipline come la mountain bike, il trekking, il ciclismo, il diving e il climbing. Vogliamo creare un laboratorio sportivo, tenendo sempre presente l’aspetto imprenditoriale del dare e avere: ogni nostro investimento verrà monitorato e pretendiamo in cambio un obbligo di restituzione».
Stefano Pilato ha poi illustrato i dettagli della gara: cinque tappe, con partenza da Olbia e arrivo a Gesturi, più la classica in linea denominata Cagliari-Sassari che in realtà partirà da Barumini per arrivare a Chiaramonti perché «le nuove regole non consentono alla gara in linea di superare i 200 km» ha detto. Il percorso, dopo due anni di arrivi e passaggi sulle coste (la Alghero-Bosa, la Gallura, l’Ogliastra, il Sulcis) prevede circa 900 chilometri quasi tutti all’interno. Verrà riproposto l’arrivo in salita sul Monte Ortobene di Nuoro, che l’anno scorso consentì al vincitore Roman Kreuziger di piazzare la zampata decisiva, e un arrivo in salita è previsto a Lanusei con l’Ogliastra che, dopo la tappa con arrivo a Tortolì due anni fa, proporrà il suo versante montano. E dopo due edizioni di grandi volate (memorabili quelle di Bennati, Petacchi e Alberto Loddo) solo l’arrivo di Oristano lascia presagire un affollato sprint di gruppo. Un’assoluta novità è la tappa conclusiva, che attraverserà la Giara di Gesturi. «Abbiamo scelto di privilegiare le zone interne - ha spiegato Stefano Pilato - anche in base all’entusiasmo riscontrato nelle precedenti edizioni: penso all’arrivo a Bonorva lo scorso anno, quando sul rettilineo finale c’era tutto il paese, o ai paesi che chiudevano le scuole e mandavano i bambini sui marciapiede ad applaudire la carovana. Quest’anno cito l’esempio di Orani: i cittadini hanno quasi preteso che una tappa partisse dal loro paese e si sono dati da fare economicamente pur di averla. Le maglie delle varie classifiche quest’anno saranno dedicate alle tradizioni della Sardegna: una coi Mamuthones, una coi Candelieri, una con la Sartiglia e una coi Cavalieri della Giara».
Pilato è soddisfatto anche del riscontro agonistico: «È una gara vera e non speravo di avere nomi così importanti: Nibali, Cunego, Ballan, McEwen. Anche gli inviti alle squadre, inoltre, sono stati fatti in chiave di un possibile ritorno turistico: gli Usa e il Canada hanno tantissimi cicloturisti ed è giusto mostrare la bellezza delle nostre strade e dei nostri panorami a qualcuno che poi può descriverli in prima persona».



I NUMERI

Al via 96 corridori


CAGLIARI. Sono dodici le squadre partecipanti (per un totale di 96 iscritti) al 29º Giro di Sardegna.
Il Giro, organizzato dalla Leisure Sport con il supporto tecnico del Gruppo Sportivo Emilia, è stato diviso in 5 tappe per un totale di 856 km, più la classica in linea che chiuderà la settimana.
Partenza il 22 da Olbia e arrivo a Porto Cervo. Il giorno dopo la carovana si inoltrerà nel cuore della Barbagia con arrivo a Nuoro sul Monte Ortobene: è la tappa più lunga, 197 chilometri. Poi spostamento in Ogliastra, con la tappa da Orani a Lanusei. Da lì unico arrivo per velocisti nella tappa che, attraversando l’isola da est a ovest, giungerà a Oristano. Dalla vecchia capitale del Giudicato di Arborea scatterà il via all’ultimo tratto del Giro con arrivo a Gesturi.
Il 27 febbraio la classica in linea, da Barumini a Chiaramonti.

«Un volano per l’altra stagione»

L’assessore al Turismo Luigi Crisponi sulle sponsorizzazioni: «Promuoviamo solo eventi di qualità, meglio se lontano dall’estate»


DALL’INVIATO

CAGLIARI. L’assessorato regionale al Turismo c’è. Ma in tempi e modi dovuti: «Abbiamo fatto un investimento importante - spiega Luigi Crisponi - in tempi come questi, pensando al meccanismo attrattivo per il settore del cicloturismo e agli effetti immediati».
La linea di Luigi Crisponi è molto chiara: «Ci muoveremo solo sui grandi eventi, non ci interessano le sagre di paese. Parlo del Giro di Sardegna oggi ma posso citare anche l’Xterra di Orosei, che negli ultimi anni è decollata molto bene. Un altro aspetto sul quale puntiamo è la destagionalizzazione degli eventi. In questo momento ci sono due cugini: uno ricco, che è il turismo estivo, e uno povero, che è quello degli altri mesi dell’anno e che nessuno considera. Un po’ di paletti in questo senso vogliamo metterli, diciamo che se gli eventi proposti non si svolgono in estate è meglio. In generale, ci interessa vedere un riflesso sull’identità e l’economia della Sardegna dei nostri investimenti. Nella selezione saremo molto decisi e i nostri criteri rigidi». Crisponi, che da anni è imprenditore proprio nel settore turistico, vuole applicare anche un criterio imprenditoriale nel controllo degli investimenti: «Deve esserci un rapporto di dare e avere, un obbligo di restituzione di quello che noi diamo. Il cicloturismo è sicuramente un settore sul quale puntiamo e punteremo con una serie di norme specifiche, abbiamo delle strade splendide che potrebbero essere il paradiso per gli appassionati e vogliamo promuoverle. Così come vogliamo anche che il nostro territorio sia disseminato di strutture attrezzate per l’ospitalità e anche l’assistenza tecnica di chi viene a fare cicloturismo in Sardegna».
Crisponi ha anche fatto un invito agli organizzatori e alle amministrazioni: «Spesso ci sottopongono progetti improponibili o che arrivano fuori tempo. E poi bisogna che anche le amministrazioni locali incentivino le situazioni: faccio l’esempio del Trentino. Molte squadre di calcio svolgono il ritiro in quei posti e non è un caso, sono tutti appuntamenti che godono di incentivi».(r.s.)