Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Falsa testimonianza: chiusa l’inchiesta sulla dirigente Lai

Fonte: La Nuova Sardegna
9 febbraio 2011



Cercò di «coprire» l’assessore Collu davanti al tribunale

CAGLIARI. La dirigente regionale del turismo Ada Lai rischia il rinvio a giudizio per falsa testimonianza: il pubblico ministero Marco Cocco ha chiuso l’inchiesta che prelude alla richiesta di incriminazione e l’avviso è in fase di notifica all’indagata, difesa da Mariano Delogu. L’accusa è fondata sui verbali del dibattimento concluso il 18 giugno 2009 a conclusione del quale era stato condannato per abuso d’ufficio l’ex assessore all’annona Luciano Collu.
Il procuratore aggiunto Mario Marchetti, titolare dell’indagine su Collu, aveva annunciato già in tribunale che la testimonianza resa in aula da Ada Lai sarebbe andata all’attenzione del suo ufficio. Ma prima di procedere, il magistrato ha atteso il deposito della sentenza di condanna elaborata dal giudice Cristina Ornano: in quel documento le accuse alla dirigente comunale hanno trovato una conferma piena. Categoriche le conclusione del tribunale: «Ha fornito inconciliabili versioni con un tentativo che rivela piuttosto scopertamente la volontà di aggiustare una dichiarazione compromettente per Collu». D’altronde la vicenda è stata chiarita sino in fondo nel corso del dibattimento pubblico: era gennaio del 2004 e c’era un funzionario, Marco Lampis, che si rifiutava di firmare una sequenza di autorizzazioni al commercio ambulante richieste da Collu per il Tim tour, autorizzazioni palesemente irregolari. Collu insisteva e Lampis si opponeva. Finchè l’assessore decise di allontanarlo dall’ufficio per trasferirlo altrove con il pretesto di una presunta incompatibilità ambientale. Ma a leggere la sentenza del giudice Ornano la realtà era un’altra: il segretario di Collu sussurra come volessero «toglierselo dai coglioni» e infatti «Lampis - scrive il giudice - venne trasferito a scopo punitivo, ritorsivo, per eliminare un soggetto non prono alle indebite richieste della componente politica, interesse privato e non esattamente encomiabile» da parte di Collu e di Spiga. In questa vicenda piuttosto fangosa il ruolo di Ada Lai appare molto lontano da quello di tutore delle norme amministrative: prima sostiene di aver avviato l’iter del trasferimento per Furcas su richiesta di Collu e Spiga. Poi in aula si rimangia la ricostruzione originaria dei fatti e attribuisce la volontà del cambio di funzione allo stesso Furcas. Un tentativo maldestro di salvare l’assessore in barba al funzionario ribelle. Peccato che Furcas, annusata l’aria, avesse deciso di registrare le parole della dirigente, seguite all’annuncio di un ricorso alla Procura: «Quando si comincia ad avere confermanze di tipo penale bisogna stare attenti, uno che comincia a mettere Marchetti di mezzo... è una persona difficile, lo conosco bene, è un pm che deve andare a fondo anche se non c’è niente». Affermazioni temerarie, che Furcas registra diligentemente e custodisce fino al dibattimento. Quando Ada Lai cerca di scagionare Collu il funzionario tira fuori il nastro e la inchioda.